Il 1° Maggio è la Festa dei Lavoratori: ma quali sono le origini, ed il significato, di questa ricorrenza? Nata dalle lotte operaie per affermare i diritti e migliorare le condizioni dei lavoratori, il Primo Maggio è oggi soprattutto una giornata da dedicare allo svago, alla musica e alle gite fuori porta, dimenticando, talvolta, ciò che essa in realtà rappresenta. La festa, infatti, viene celebrata ogni anno in molti Paesi del mondo per ricordare l’impegno del movimento sindacale e i traguardi raggiunti dai lavoratori che, dopo anni di lotte operaie, sono riusciti ad affermare i propri diritti, economici e sociali, ottenendo un salario più dignitoso, la cosiddetta settimana corta e otto ore di attività per ogni giornata lavorativa.
Le origini della festa
La Festa dei Lavoratori, dunque, ricorrenza ufficiale nazionale in diversi Paesi del mondo, si celebra ogni anno il 1° maggio per ricordare le lotte operaie alla conquista dei propri diritti. In Europa la festa viene ufficializzata nel 1889, quando, a Parigi, il congresso della Seconda Internazionale ‘lancia’ l’idea di una grande manifestazione, organizzata simultaneamente in tutte le città, per chiedere alle istituzioni di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore. La scelta della data ha un significato ben preciso: ricorda, infatti, la grande manifestazione operaia svoltasi tre anni prima a Chicago quando, durante un assembramento, la polizia sparò sui manifestanti provocando numerose vittime.
Tra Ottocento e Novecento
Col trascorrere degli anni la tradizione del Primo Maggio diventa un appuntamento sempre più sentito da parte dei lavoratori che, dopo aver rivendicato con successo la questione delle otto ore giornaliere di lavoro, continuano la loro lotta per migliorare le condizioni di povertà della classe operaia, per rivendicare il suffragio universale e per impedire all’Italia di entrare nella prima grande guerra mondiale.
Se da una parte però continuano le rivendicazioni per l’affermarsi di determinati diritti, dall’altra ci si comincia a chiedere quale sia in realtà il vero significato del Primo Maggio: giorno di festa o mobilitazione sociale? Un binomio che caratterizzerà la ricorrenza per tutti gli anni successivi, trasformando una celebrazione (quasi) universale in ‘festa ribelle’ in cui convivono, nei fatti, sia l’aspetto ludico che quello di lotta sociale.
Durante il Fascismo
Con Mussolini al potere, però le cose cambiano: il Duce, infatti, proibisce la celebrazione del 1° Maggio spostando la Festa del Lavoratori al 21 di aprile, giorno del cosiddetto Natale di Roma. Ma snaturata dai suoi valori originari, la ricorrenza del Primo Maggio – celebrata clandestinamente – assume una connotazione sempre più sovversiva, diventando, per gli oppositori del regime, un’occasione preziosa per esprimere il proprio dissenso alla politica mussoliniana.
Dal Dopoguerra ai giorni nostri
Il 1° maggio del 1945, pochi giorni dopo la Liberazione, partigiani, militari e lavoratori si ritrovano a sfilare per le piazze italiane in un clima condiviso di entusiasmo e di gioia: la celebrazione del lavoro è, quell’anno, la celebrazione della riavuta libertà. Un paio d’anni dopo però la festa è tristemente segnata dalla strage di Portella della Ginestra quando, durante un comizio, gli uomini di Salvatore Giuliano sparano sulla folla uccidendo diversi lavoratori. Il 1948, invece, è l’anno della profonda spaccatura che porterà alla scissione dei sindacati italiani fino al 1° maggio del ’70, quando i lavoratori di ogni tendenza politica tornano a celebrare insieme la ‘loro’ festa.
Il cambiamento sociale degli ultimi decenni, l’imporsi di nuove abitudini, l’evolversi delle mentalità collettive hanno portato ad un progressivo abbandono delle forme tradizionali di celebrazione del Primo Maggio sebbene ogni anno le principali sigle sindacali italiane organizzino cortei e manifestazioni in tutta Italia. Ma la Festa dei Lavoratori ha da parecchi anni ormai un appuntamento fisso anche con la musica: la ricorrenza, infatti, è occasione per dar vita al famoso Concerto del Primo Maggio che a Roma, e anche a Taranto, attira tantissimi giovani da ogni parte della penisola. Un appuntamento organizzato da Cgil, Cisl e Uil che sembra aderire, ancora, allo spirito originario del Primo Maggio, ‘un giorno di festa, l’interruzione volontaria del lavoro, che cerca la sua corrispondenza in una festa de’ sensi‘.
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