Gli studiosi hanno analizzano le 12 mani mozzate sepolte nel palazzo dell’antico Re d’Egitto e hanno scoperto qualcosa di sconvolgente.
Ecco cosa si è scoperto di recente su questo ritrovamento incredibile fatto in Egitto. Gli esperti sono davvero senza parole. Alcune delle novità potrebbero riscrivere completamente la storia d’Egitto e in generale di tutta l’umanità.
Comandava la quindicesima dinastia dei re d’Egitto, quando ad Avaris, nell’attuale Tell el-Dab’a, avvenne qualcosa di incredibile. 12 mani mozzate furono sepolte all’interno del palazzo Hyksos, divise in tre fosse. Il ritrovamento ha lasciato tutti senza parola.
Si tratta della prima volta in assoluto che gli studiosi fanno ritrovamenti di questo tipo. Prima, erano venuti a conoscenza dell’esistenza di questa pratica soltanto tramite le iscrizioni. Ma non è tutto, perché la novità è che finalmente si è proceduto a effettuare delle prove fisiche per ottenere maggiori informazioni sulle persone alle quali le mani vennero amputate.
In base a quanto trapelato dallo studio delle fonti iconografiche, era usanza comune che i soldati del re d’Egitto presentassero le mani destre mozzate dei nemici. L’obiettivo era quello di ottenere una ricompensa da parte del sovrano. Oltre alla ricompensa, anche il prestigio di diventare gloriosi e magari di essere ricordati dalle generazioni successive.
Proprio per questo, gli studiosi si sono interessati moltissimo al ritrovamento di questi resti, per capire a chi appartenessero le mani e quali fossero le caratteristiche di tali persone.
Gli studiosi, che hanno effettuato le prove fisiche sulle mani, hanno rilevato che si trattasse di 11 maschi e di 1 femmina, tutti adulti. La notizia incredibile è proprio che una fosse una donna.
Questo perché si suppone che le mani siano state mozzate a dei soldati, durante un periodo di guerra.
Ciò significherebbe, quindi, che nell’Antico Egitto anche le donne partecipassero alla guerra e fossero delle soldatesse. La scoperta riscrive l’intera storia dell’umanità.
Ma rimangono dei dubbi. Dagli studi non emerge se le mani siano state mozzate quando le vittime erano ancora in vita o dopo il decesso.
Se fossero state mozzate in vita, significherebbe che l’amputazione era una vera e propria tecnica di tortura in Egitto.
Gli studiosi hanno descritto le mani come prive di quei lembi di pelle o di tessuto ricollegabili alle parti del colpo a cui sono collegate, cioè gli avambracci. Prima di seppellirle, inoltre, gli antichi avrebbero separato le dita a una a una.
In base a quanto emerge dalle analisi, le mutilazioni sarebbero avvenute nel corso di una vera e propria cerimonia, organizzata in presenza dei soldati e dei nobili d’Egitto, tra cui naturalmente il sovrano. Non è noto, invece, se fossero presenti anche persone comuni.
Gli esperti sostengono che le operazioni sulle mani sarebbero state compiute dai soldati in maniera precisa e chirurgica, con l’obiettivo di ostentare la propria vittoria.
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