Legge di Bilancio 2023: ecco l’aumento sulla pensione previsto dalle nuove disposizioni del Governo Meloni.
Alcuni aumenti coinvolgeranno la pensione in virtù dell’inflazione che è notevolmente salita nel nostro paese. Ecco cosa prevede la Legge di Bilancio.
Gli aumenti perequativi della pensione costituiscono un sistema attraverso cui le pensioni vengono adeguate all’aumento dei prezzi al consumo. In sostanza, quando l’inflazione sale, la pensione subisce un adeguamento al fine di mantenere il potere d’acquisto dei pensionati. Cosa prevede la Legge di Bilancio?
Con i pagamenti delle pensioni di marzo dovrebbero essere arrivati tutti gli aumenti perequativi 2023, legati all’inflazione, per lo meno agli aventi diritto. Dovrebbe essere così, salvo ulteriori ritardi. Marzo rappresenta il mese spartiacque tra una prima fase della rivalutazione delle pensioni, che dovrebbe essersi conclusa, e una seconda che sta per iniziare.
A questo discorso fanno eccezione i pensionati che percepiscono un cedolino con le pensioni minime. Costoro dovrebbero ricevere la rivalutazione a partire dal mese di aprile. Il pagamento di cui sopra è soltanto una prima fase, come dicevamo.
L’ulteriore aumento, della seconda fase, deve ancora arrivare. Tutte le pensioni, infatti, riceveranno un ulteriore aumento che ancora manca, in virtù della rivalutazione. Ciò è vero perché, ad inizio anno, le pensioni vengono rivalutate dall’INPS sulla base dei dati provvisori pubblicati ad ottobre dall’ISTAT. Tale tasso, era stato assestato a 7,3% provvisorio.
Il tasso definitivo di inflazione accertato dall’ISTAT per il 2023 si è rivelato più alto del 7,3% assestandosi ad 8,1%. Manca, dunque, un 0,8% che verrà pagato ai pensionati nel mese di gennaio 2024. Quello è il momento del conguaglio degli aumenti perequativi. Anche se, nel 2022 era stato pagato a novembre.
Lo 0,8% che ancora spetta a chi percepisce la pensione, rispetterà le fasce perequative stanziate dal Governo in legge di Bilancio 2023.
I pensionati riceveranno il conguaglio di questo 0,8% mancante, di tutte le mensilità dell’anno in un’unica soluzione a gennaio. È vero, 0,8% potrebbe sembrare una percentuale davvero irrisoria. Tuttavia, calcolando che il pagamento avverrà in un’unica soluzione, ovvero tutte le mensilità del 2023 (ovvero 13 mesi), i pensionati potrebbero percepire un aumento discreto.
Ad esempio, un pensionato che, di solito, percepisce 1000 euro lordi, in virtù di questo aumento, percepirà 104 euro lordi di arretrati. Facendo i calcoli, infatti, è facile intuire come 8 euro al mese, per 13 mesi da 104.
In proporzione, chi percepisce una pensione da 1500 euro lordi, invece, percepirà a gennaio 2024, 156 euro di arretrati. Anche qui, il calcolo è semplice poiché 12 euro extra al mese, per dodici mesi, più una mensilità di tredicesima, come arretrati la somma è di 156 euro.
Ancora, chi percepisce una pensione di 2000 euro lordi, si vedrà accreditare degli arretrati pari a 208 euro lordi. Al di sopra dei 2000 euro scattano le nuove fasce perequative 2023 con una percentuale che si abbassa, sulla base della legge di Bilancio.
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