Si era accorto che la madre era in pericolo, che quel criminale voleva stuprarla, così si è scaraventato su di lui per salvarla. All’epoca dei fatti Vanya Krapivin era un ragazzo di 15 anni amante della vita. Era rientrato a casa dopo una normalissima giornata passata tra i banchi di scuola. Nella casa in cui viveva con la madre a Severodvinsk, nella Russia nordoccidentale, quel giorno però vide che c’era un’altra persona, un uomo che stava tentando di abusare sessualmente della donna.
Il ragazzino è intervenuto immediatamente per salvare la mamma usando un manubrio per il sollevamento pesi, ma il vicino di casa Roman Pronin, vedendosi interrotto, ha scatenato su di lui una violenza inaudita.
Prima ha accoltellato la donna 27 volte, poi ha cominciato a picchiare il ragazzo in testa per poi colpirlo con lo stesso oggetto, il manubrio, del peso di tre chili. Ha colpito più e più volte, interrotto solo dai vicini di casa, che a quel punto si erano allarmati per il frastuono causato.
Il piccolo eroe morto per salvare la mamma
Come raccontato dal Sun, il criminale a quel punto è fuggito, lasciando Natalia Krapivina e il figlio in una pozza di sangue. Portati in ospedale, lei è guarita dopo poco, mentre lui ha riportato lesioni permanenti gravissime a livello neurologico. Tanto che i medici sono stati costretti ad asportare parte del cranio e del cervello.
Dopo sedici mesi dall’aggressione subita, per Vanya è finito il calvario. E’ morto a causa di complicazioni dovuti alla brutale aggressione di cui è stato vittima.
Il responsabile 37enne, arrestato e condannato a 14 anni con l’accusa di duplice tentato omicidio, dopo la morte del giovane è stato incriminato per omicidio.