A partire dalla prima settimana di gennaio, alcuni pensionati potrebbero vedere il loro cedolino aumentare. Vediamo perché.
L’aumento in cedolino è una conseguenza diretta della legge di Bilancio che, a partire dal 1 gennaio 2023, è ufficialmente entrata in vigore.
Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio, sin dal primo gennaio, il cedolino di alcuni pensionati potrebbe subire una rivalutazione pari al 7,3% in più. Per chi ha scelto l’accredito della pensione in conto corrente o sulla Poste Pay, esso inizierà sin dal 3 gennaio ma per chi ha scelto il pagamento in contanti, non tarderà ad arrivare.
La pensione, in quel caso, verrà pagata sulla base di un calendario ben definito che si basa sulla prima lettera del cognome del pensionato che deve percepire la pensione. Il calendario, però, potrebbe variare da comune a comune di residenza. Prima di recarsi allo sportello, dunque, sarebbe meglio credere informazioni. In linea di massima, il calendario seguirà quest’ordine:
Gli aumenti in cedolino non riguarderanno tutti i pensionati. Coloro che li avranno subito sono soltanto i pensionati che percepiscono la pensione al minimo ma anche chi beneficia di prestazioni assistenziali, come, ad esempio, la pensione di invalidità ma anche chi ha una pensione che non supera i 2100 lordi mensili.
I pensionati che attualmente percepiscono in cedolino 2.101,50 euro lordi mensili potranno vedere l’aumento a partire dalla primavera e quindi marzo o aprile.
Gli aumenti in cedolino a partire dal tre gennaio, dunque, riguardano soltanto le pensioni fino a 2100 euro lorde mensili. La rivalutazione, pari al 7,3% farà aumentare le pensioni ma non tutte. Infatti, la rivalutazione piena non verrà applicata su tutte le pensioni ma in percentuali ridotte.
Le pensioni minime, per chi ha superato i 75 anni di età, possono arrivare anche a 600 euro mensili.
Ciò è una conseguenza del sistema di rivalutazione delle pensioni, completamente nuovo, previsto dal Governo Meloni. Esso prevede una rivalutazione delle pensioni minime pari al 120%. A subire dei tagli, invece, saranno le pensioni che superano i 2.625 euro lordi mensili.
In virtù della rivalutazione, chi percepisce 4.000 euro di pensione in un mese, riceverà un aumento di 1.644 euro. Si tratta di una cifra composta da un incremento pari a 137.20 euro al mese che, in dodici mesi, arrivano appunto a 1644 euro.
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