Ennesima vittima dei bulli che è stata spinta al suicidio dalla disperazione. Era derisa da anni dai bulli che la prendevano in giro per le sue forme e le dicevano che era grassa, una diciottenne del Texas non ha più retto all’esasperazione e alla vergogna e ha deciso di porre fine alla sua vita. Brandy Vela si è suicidata sparandosi un colpo di pistola mentre si trovava in casa, nella sua camera. I genitori e la sorella erano con lei e avevano cercato invano di farle lasciare l’arma.
Brandy Vela è solo un’altra ragazza che ha ceduto alla pressione della gogna incessante rappresentata dal bullismo. I suoi molestatori la deridevano definendola cicciona e per prenderla in giro maggiormente dallo scorso aprile avevano usato il suo nome, le sue foto e il suo numero di telefono per creare falsi profili sui social in cui si offrivano prestazioni a pagamento.
Dopo anni di persecuzioni, Brandy aveva cercato di difendersi denunciando tutto alla direzione della sua scuola. Ma Melissa Tortorici, responsabile della comunicazione della Texas City Independent School, ha raccontato che non è stato possibile risalire a chi aveva creato i falsi account perché i bulli avevano usato un’applicazione criptata e quindi non erano identificabili: “Le abbiamo consigliato di cambiare numero di telefono. Purtroppo non è bastato: le molestie sono continuate”.
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Anche segnalare quello che stava succedendo alla polizia non è servito a fermare i bulli. “Abbiamo fatto tante segnalazioni e dicono sempre la stessa cosa: non possono farci niente”, raccontano in famiglia. Dal momento che per mandare quei messaggi umilianti venivano usate app criptate che permettevano di rimanere anonimi, la polizia si trovava con le mani legate, anche se dal Dipartimento di polizia del Texas fanno sapere che stanno lavorando sulla pista del cyberbullismo.
Brandy, sentendosi umiliata e impotente ha pensato che non valesse più la pena di vivere. Ha scritto un messaggio alla sorella Jackie: “Ti voglio tanto bene, ricordalo, solo questo, mi dispiace per tutto”, ha preso una pistola e si è uccisa.
La 22enne Jacqueline, sorella di Brandy ha raccontato gli ultimi momenti della giovane suicida. Piangeva. Aveva l’arma puntata sul petto. Il padre Raul implorava la figlia minore di non farlo, di non sparare, di non uccidersi. “Ci abbiamo provato, l’abbiamo pregata, ma era troppo decisa – tenta di spiegare – Ha detto che era andata troppo oltre per tornare indietro”.
Victor, il fratello di Brandy, si è rivolto agli aguzzini della sorella: “Spero siate contenti: avete ottenuto quello che volevate”. Intanto la camera di Brandy è diventato una sorta di memoriale in suo omaggio: le pareti sono state riempite di post-it di affetto e ricordo.
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