Dal 2 ottobre 1950 al 13 febbraio 2000 sono state pubblicate ogni giorno, prima solo negli Stati Uniti, poi in tutto il mondo, le avventure dei Peanuts, i fumetti nati dalla penna di Charles M. Schulz, che per cinquantanni li ha ideati e creati senza l’aiuto di assistenti e collaboratori.
Nel corso del tempo, ha disegnato 17.897 strisce composte da 4 vignette ciascuna, pubblicate dal lunedì al venerdì su più di 2500 testate in settanta paesi, tradotte in venti lingue. E poi libri, gadget, quaderni, insomma: i suoi personaggi sono entrati nell’immaginario collettivo per la loro caratterizzazione ma anche per la loro universalità.
Il fenomeno Peanuts: da Charlie Brown a Linus e Snoopy
Schultz prese in prestito il nome di un suo amico per creare il protagonista in cui si rispecchiava, ovvero Charlie Brown, il timido e insicuro bambino perennemente innamorato della ragazzina con i capelli rossi, un’entità sconosciuta che rappresenta l’amore non corrisposto e in generale i fallimenti della vita, che Charlie affronta con ironia.
Infatti, nonostante le avversità e l’incapacità di risaltare in una società che ci vuole competitivi, non si abbatte mai. È un perdente in cui tutti ci siamo rispecchiati e che ci dà il coraggio di provarci ancora. Le avventure quotidiane le vive insieme agli personaggi, veri co-protagonisti: Linus è il suo migliore amico ed è saggio, colto ma terribilmente insicuro, sempre accompagnato dalla sua coperta che lo protegge dal mondo (per capire l’impatto dei Peanuts, basti pensare a come il concetto di “copertina di Linus” sia ormai nel linguaggio comune); ogni Halloween aspetta in un campo di zucche l’arrivo del Grande Cocomero, una sorta di Godot a fumetti.
E poi c’è la sorella di Linus, la terribile Lucy: tagliente, spietata e talvolta crudele, innamorata non corrisposta del pianista Schroeder. Marcie, la secchiona, è la migliore amica di Piperita Patty, una bambina che odia la scuola ma ama lo sport e soprattutto il tenero Charlie, che però è troppo occupato a pensare alla ragazzina coi capelli rossi.
Ma è Snoopy la vera star dello show: prima semplice cagnolino di Charlie, poi vero e proprio personaggio a tutto tondo, sogna di essere vari personaggi eroici, di scrivere grandi romanzi e di leggerne altrettanti, ma la sua proverbiale pigrizia ha sempre la meglio. La sua spalla è Woodstock, un uccellino giallo che parla la lingua di Snoopy, è pacifico e innamorato di un verme.
Un successo globale
Il segreto nella costante contemporaneità dei Peanuts, nome ispirato a una trasmissione televisiva dell’epoca, sta nell’aver trattato sentimenti e situazioni universali, raccontate attraverso l’ingenuità e la tenerezza di bambini che scoprono il mondo e lo affrontano senza il bagaglio di delusioni ma anche esperienza degli adulti.
Si conta che nel corso dei cinquantanni di pubblicazione, i Peanuts siano stati letti da 355 milioni di persone. Oggi grazie a internet e ai social fare un calcolo è impossibile, ma certo è che siano uno dei fumetti più amati in assoluto proprio per la loro intelligenza e delicatezza.
Charlie Brown compie 70 anni eppure continua a essere il bambino per antonomasia, quello che ci ricorda sempre di mantenere lo stesso spirito coraggioso e autoironico.
La pubblicazione dei Peanuts si è interrotta nel 2000, con la morte di Schultz. Nell’ultima striscia, pubblicata il 13 febbraio di quell’anno, l’autore si congedò così dai lettori, facendo scrivere a Snoopy, alla macchina da scrivere ovviamente, questa lettera:
L’ultimo saluto di Schulz
“Cari amici,
ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni. È stata la realizzazione di tutte le ambizioni della mia infanzia. Sfortunatamente non sono più in grado di mantenere il ritmo di programmazione di una strip quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano continuati da un altro perciò annuncio il mio ritiro. In tutti questi anni sono stato riconoscente per la correttezza dei nostri editori e il meraviglioso sostegno e affetto espressomi dai fan del fumetto. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy… come potrei mai dimenticarli…”.