Alcuni lavoratori potrebbero ricevere 500 euro in più in busta paga. Ciò è dovuto all’adeguamento a causa dell’aumento dell’inflazione.
Il reddito di cittadinanza diventerà più alto e si tradurrà in un aumento di 500 euro nella busta paga di alcuni lavoratori.
L’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, ha spiegato quali potrebbero essere le strategie per aiutare le famiglie italiane, attualmente in difficoltà su diversi fronti e, in particolare, per via dell’aumento dell’inflazione.
Infatti, la busta paga di un lavoratore comune viene prosciugata non solo dal caro energia ma anche dall’inflazione. La conseguenza è stata che i valori degli Isee presentati dalle famiglie italiane sono più bassi del 48% rispetto agli anni passati.
Oltre a ridursi la busta paga, nel lungo periodo si riduce la ricchezza nel breve, invece, il potere d’acquisto di ciascun lavoratore. A proporre un aumento di 500 euro in busta paga è stato Marco Paccagnella, presidente di Federcontribuenti. Secondo lui bisognerebbe intervenire sul Reddito di cittadinanza al fine di modificarlo e farlo diventare Reddito universale, percepito in modo uguale da tutti. Tale reddito potrebbe essere percepito da tutti quei lavoratori e pensionati che in busta paga vedono meno di 1500 euro.
Con l’aumento dell’inflazione potrebbe aumentare il TFR per i lavoratori dipendenti. Cesare Damiano, però, ha spiegato che la proposta non è di facile attuazione nel breve periodo poiché le risorse pubbliche sono scarse. Il governo dovrebbe attivarsi maggiormente sul fronte degli stipendi al fine di contrastare la povertà dilagante.
Per Damiano bisognerebbe adeguare il Reddito di Cittadinanza all’inflazione e, parallelamente, intervenire sulla busta paga dei lavoratori aumentando il taglio del cuneo fiscale. Per l’ex ministro bisognerebbe, invece, mettere la parola fine ai bonus una tantum.
Il Governo Meloni ha fatto dell’abolizione del reddito di cittadinanza uno dei suoi cavalli di battaglia. Il reddito dovrebbe venire meno a partire dal 2024. Per Damiano, però, si tratterebbe di una scelta sbagliata poiché non si farebbe altro che aumentare la povertà. Una strategia, secondo lui, potrebbe essere quella di:
“muoversi nel solco del Reddito esistente, tornando allo spirito del Rei varato dal centrosinistra, che aveva dimostrato maggiore efficacia e meno confusione, perfezionando il tema degli occupabili, con nuovi criteri per la loro definizione”.
Certo un adeguamento automatico, anche per il Reddito, come sta avvenendo per le pensioni, sarebbe auspicabile ma anche di difficile realizzazione. Far trovare entro sette mesi, lavoro a migliaia di persone non sembra uno scenario fattibile per l’ex ministro.
Per questo, ha messo sul tavolo anche un’altra proposta. I bonus dovrebbero essere rimossi al fine di tagliare il cuneo fiscale di 5 punti che la Meloni ha previsto per il 2027. In questo modo, gli aumenti in busta paga per i lavoratori potrebbero essere fino a 500 euro in più.
Se il cuneo fiscale venisse tagliato subito di 5 punti, i lavoratori potrebbero beneficiare in totale di 35 mila euro di reddito. Il che si traduce, per ognuno, in circa 40 euro in più per ciascuna mensilità, circa 500 euro in più in 12 mesi. Il taglio effettuato ora dal governo è di soli due punti percentuali.
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