Il reddito di cittadinanza è un sussidio che da anni fa discutere la politica italiana. Su quanto sia giusto assegnarlo o meno, sulla sua ricaduta elettorale e soprattutto su come dovrebbe essere modificato. L’ultima storia che arriva dalla Puglia ha, di certo, fatto storcere il naso a tanti: un immigrato, tramite una strategia ben precisa, è riuscito a prendere otto redditi di cittadinanza al mese. Ecco come è stato possibile.
Le elezioni del 25 settembre sono appena passate e uno dei temi più dibattuti è stato sicuramente il reddito di cittadinanza. Il tanto discusso sussidio, che è stato ed è uno dei cavalli di battaglia del MoVimento 5 stelle, ha diviso elettori ed eletti. E comunque tante cose potrebbero cambiare nel prossimo futuro. Anche perché, purtroppo, diverse persone hanno scelto e sono riusciti a lucrarci, riuscendo a percepirlo illecitamente. Un immigrato in Puglia è andato oltre, arrivando a ottenerne ben otto al mese e anche con dei bonus in più. Alla fine si è tradito ed è stato segnalato, ma la sua storia sta comunque destando scalpore, anche a livello nazionale.
La travagliata e dibattuta storia del reddito di cittadinanza
Che sia nelle aule del Parlamento, nei confronti politici pubblici o a porte chiuse, o anche banalmente per strada e al tavolo con parenti e amici la domenica a pranzo, è un dato di fatto che il reddito di cittadinanza sia uno degli argomenti più caldi e dibattuti che da anni anima le giornate degli italiani.
Si tratta di un sussidio che è stato istituito con il Decreto Legge n°4 del 28 gennaio 2019 e che è stato pensato e attuato come una forma condizionata di reddito minimo garantito. Non si sbaglia affatto se lo si lega, ideologicamente e politicamente, al MoVimento 5 stelle, che da anni l’ha pensato e portato avanti, facendone un cavallo di battaglia del suo programma. Quando poi i pentastellati sono riusciti ad andare al governo, ha trovato la sua attuazione con tanto di navigator, proposte di lavoro e un’architettura che non doveva renderlo una semplice erogazione di fondi.
È storia recente, invece, la divisione che il tema ha creato all’interno dei vari partiti politici candidati alle elezioni del 25 settembre. Giorgia Meloni, ad esempio, che ha trionfato dopo il dato delle urne con Fratelli d’Italia, ha detto chiaramente in diverse occasioni che, a suo avviso, sarebbe stato giusto abolirlo, per poi ritrattare e alleggerire un po’ i toni nelle fasi finali della campagna elettorale. La proposta della prossima presidentessa del Consiglio prevedeva, infatti, l’attuazione di provvedimenti che mirati a combattere la mancanza di lavoro. Uno dei motti della politica romana è, infatti, che lei non combatte i poveri, ma la povertà. E vedremo se al governo effettivamente riuscirà a farlo.
Tutti gli altri (o quasi) hanno parlato, invece, di modificarlo o rimodularlo. E ovviamente il principale difensore del sussidio è stato Giuseppe Conte, pur ammettendo che qualcosa dovrà essere decisa per perfezionarlo. E tra i cittadini? Beh, in molti hanno visto la risalita del MoVimento 5 stelle alle ultime elezioni politiche, un’ulteriore approvazione di alcuni strati della popolazione rispetto al reddito, anche se l’analisi successiva al voto ha un po’ ridimensionato questo pensiero comune. Che è comunque ingiusto rispetto al lavoro svolto da Conte e alla visione politica dei pentastellati.
In ogni caso, anche gli italiani sono divisi sull’argomenti: alcuni lo ritengono assistenzialismo e vorrebbero fosse cambiato nei suoi principi e nella sua sostanza, altri lo difendono strenuamente. Sicuramente, senza nulla voler togliere a chi lo percepisce e ne ha diritto, negli ultimi anni sono emerse diverse storie di persone che lo prendono illecitamente. Quella di Martina Franca, infatti, mostra ancora più palesemente che ci sono nelle falle nel sistema, anche oltre l’immaginabile.
Reddito di cittadinanza, immigrato a Martina Franca ne prende otto al mese. Ecco come ha fatto
Le proporzioni dell’illecito sono talmente grandi da far gridare allo scandalo. L’immigrato di nazionalità marocchina e che vive a Martina Franca ha iniziato a vantarsi in un bar di riuscire a percepire ben otto redditi di cittadinanza ogni mese. E non era neanche la sua unica fonte di sostegno economico, dato che riusciva anche a incassare tutti i bonus del caso. Insomma, tra una cosa e un’altra a fine mese erano oltre seimila gli euro che gli venivano accreditati e gli entravano nel portafogli.
Una vicenda che subito ha fatto il giro della Puglia e che è stata raccontata e analizzata nei dettagli durante la trasmissione “Ti posso offrire un caffè” in onda su Puglia Press, prima di avere risalto nazionale. Per ingannare lo Stato, gli è bastato sfruttare le sue sette mogli. Ha comunicato, infatti, un domicilio diverso per ogni moglie e questo gli ha permesso anche di far scattare tutti i bonus del caso, e non solo di percepire il reddito. Insomma, la beffa dopo il danno.
E pavoneggiarsi comunque non gli ha portato bene, dato che non l’ha passata liscia. Infatti, alla fine è stato segnalato alle autorità competenti che sicuramente provvederanno a punire il furbetto e a rimodulare gli aiuti che gli vengono accreditati di mese in mese.
Ricordiamo, inoltre, che per percepire il reddito di cittadinanza è necessario avere la cittadinanza italiana, avere un permesso di soggiorno valido per gli stranieri, restare al di sotto di una certa cifra ISEE che ammonta a 9360 euro, avere un reddito annuo inferiore ai seimila euro. Oltre a tutti i limiti relativi i patrimoni mobiliari e immobiliari che sono comunque fondamentali per rientrare tra i percettori.
Regole che, quindi, sono piuttosto strette, ma che diversi furbetti riescono ancora puntualmente a eludere, truffando di fatti lo Stato italiano. La storia dell’immigrato di Martina Franca, infatti, non deve essere analizzata solo con una condanna dell’azione morale del singolo, ma sicuramente anche come una sorta di iperbole che quasi sfocia nell’ironico e dovrebbe spingere la politica a una modifica seria del reddito di cittadinanza. In modo da evitare, nel prossimo futuro, altre storie come quella arrivata dalla Puglia.