A Baghdad un gruppo di manifestanti ha deciso di invadere l’ambasciata svedese in segno di protesta e per manifestare contro il rogo del Corano avvenuto pochi giorni fa davanti ad una Moschea nella città di Stoccolma.
La rabbia è derivata dal fatto che l’episodio è avvenuto in una manifestazione autorizzata dalle forze dell’ordine svedese che hanno seguito le direttive della Corte d’Appello svedese che ha deciso di eliminare il divieto del rogo del Corano imposto invece dalle autorità locali.
Continuano le proteste in tutte le parti del mondo dopo che in Svezia è stato concesso ad un manifestante di bruciare il Corano, libro sacro per la comunità mussulmana.
In una manifestazione che si è svolta a Baghdad davanti all’ambasciata svedese un gruppo di manifestanti, composto da alcune decine di persone, è entrato con la forza all’interno dell’edificio per protestare per quanto avvenuto in Svezia.
I protestanti che hanno preso parte a questa manifestazione sono tutti sostenitori del leader sciita iracheno Moqtada al-Sadr, sono rimasti per circa 15 minuti all’interno dell’edificio per poi uscire con calma quando sono arrivate le forze dell’ordine.
Intanto fuori dall’ambasciata sono stati distribuiti diversi volantini con la scritta sia in arabo che in inglese: “La nostra Costituzione è il Corano. Il nostro leader Al-Sadr”.
Altri manifestanti hanno scelto invece di bruciare le bandiere arcobaleno che come noto sono il simbolo della comunità LGBT+ in tutto il mondo.
Quest’atto è stata una risposta all’appello del leder Al-sadr che su Twitter aveva affermato che è il modo migliore per provocare chi sostiene e difende il rogo del Corano.
Sul cancello dell’ambasciata intanto è comparsa la scritta “Si,si al Corano” effettuata con l’utilizzo di una bomboletta di vernice spray.
Qualche giorno fa la polizia locale svedese ha autorizzato una manifestazione davanti alla Moschea di Stoccolma in cui uno dei partecipanti ha avuto il permesso di poter bruciare il Corano.
Il Corano è il libro sacro per i mussulmani, ma la polizia svedese non ha avuto scelta vista la sentenza della Corte d’Appello svedese, avvenuta poche settimane fa, che eliminava il divieto imposto dalla polizia svedese di poter bruciare il Corano.
Il divieto della polizia svedese era stato imposto in seguito ad un altro rogo del Corano avvenuto lo scorso gennaio 2023 che aveva causato una serie di reazioni a catena, di critiche e manifestazioni non solo nella nazione ma anche in tutto il mondo.
La Corte d’Appello però ha ritenuto che le motivazioni che hanno spinto la polizia svedese a prendere questo provvedimento erano insoddisfacenti o non veritieri e per questo aveva eliminato il divieto, legittimando perciò chiunque a poter bruciare il Corano durante una manifestazione autorizzata.
La polizia locale si è perciò trovata costretta ad assecondare la decisione della Corte d’Appello e ad autorizzare la manifestazione del 28 giugno 2023.
In questa occasione un 37enne, Salwan Momika, di origine irachena ha distrutto il Corano prima prendendolo a calci e poi dandogli fuoco. L’uomo è stato denunciato per incitazione all’odio razziale ma lui si è difeso affermando che il suo intento non è combattere contro i mussulmani ma contro i loro pensieri.
Questo atto provocatorio, come proprio ci si aspettava, ha causato sdegno, critiche e manifestazioni in diverse parti del mondo, tra cui appunto a Baghdad con l’invasione dell’ambasciata svedese da parte dei manifestanti.
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