Un nuovo passo importante della medicina a Bergamo, dove c’è stato il primo trapianto di polmone da parte di un donatore in vita.
A riceverlo è stato il figlio di 5 anni, affetto da una malattia molto rara.
Quanto lontano può spingersi un genitore per salvare la vita al proprio figlio? Un uomo di Bergamo ha donato, ancora in vita, un polmone al suo bambino di 5 anni, affetto da una rara malattia ai polmoni.
È avvenuto all’ospedale Papa Giovanni XXIII dove, dopo 11 ore in sala operatoria è avvenuto qualcosa di magnifico: il bambino affetto da talassemia e che già aveva ricevuto dal padre il midollo, è salvo.
L’altro intervento purtroppo aveva provocato una complessa reazione del sistema immunitario e quindi era urgente fare qualcosa subito. È stata una corsa contro il tempo ma questa storia ha avuto un lieto fine ed è anche un primato importante, infatti si tratta del primo polmone espiantato da un uomo ancora in vita.
Ci sono pochissimi precedenti in Europa di casi analoghi e i medici dell’ospedale sono entusiasti e ieri, dopo l’operazione, hanno riferito che entrambi i pazienti erano in buone condizioni.
Il doppio intervento di prelievo e trapianto ha richiesto l’utilizzo di due sale operatorie e altrettante équipe. Tutti coloro che hanno contribuito sono stati ringraziati dalla direttrice Maria Beatrice Stasi, che ha sottolineato che risultati simili si possono ottenere solo con una buona organizzazione.
Si tratta di una malattia ereditaria del sangue nota anche come anemia mediterranea. L’anemia è dovuta a una ridotta sintesi di alcune molecole presenti nell’emoglobina, in particolare una proteina responsabile del trasporto di ossigeno attraverso l’organismo.
Questa anomalia dei globuli rossi ha portato diversi danni al bambino, che per tale ragione aveva già ricevuto una donazione di midollo dal padre ma proprio questa ha purtroppo avuto risultati inversi, infatti ha generato il trasferimento del sistema immunitario del genitore sul piccolo paziente ma anche la cosiddetta malattia da trapianto.
La complicanza riguardava le cellule trapiantate, le quali hanno attaccato gli organi e i tessuti del piccolo, che il nuovo sistema immunitario non riusciva a identificare. In poche parole si è verificato una sorta di rigetto molto grave che ha portato danni ai polmoni, ecco quindi che ancora una volta il papà si è reso disponibile per salvare la vita a suo figlio.
Al momento i due sono ricoverati ancora nella struttura dove si è svolta l’operazione e la prognosi è riservata, tuttavia i medici in una nota, si sono detti fiduciosi sul decorso, anche perché l’ospedale ha una lunga esperienza nel campo dei trapianti.
“questo intervento era molto delicato e il trapianto del polmone non è un’opzione che spesso può essere applicata a tutti. tuttavia è riuscita al meglio e questo segna un traguardo importante per la nostra struttura”
ha spiegato il direttore dell’Unità Trapianti e Chirurgia Generale dell’ospedale, Michele Colledan.
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