È salito a 70 il numero delle vittime che si è registrato a Haiti a seguito dello scoppio del conflitto armato. A complicare la situazione anche le condizioni metereologiche.
Nella zona infatti si stanno registrando nelle ultime settimane piogge torrenziali che hanno peggiorato le condizioni di vita della popolazione e anche le condizioni sanitarie, per questo c’è il rischio che sorgano epidemie.
Sale a 70 il numero delle vittime rimaste uccise nel conflitto armato
Tra il 14 il 19 aprile 2023, sul territorio di Haiti è scoppiato il conflitto armato. La zona interessata dagli scontri sono i quartieri di Cite’ Soleil, che è la più grande baraccopoli di Port-au-Prince.
Gli scontri sono dovuti a bande rivali che si stanno facendo la guerra nei quartieri, e il conflitto armato che si è scatenato ha portato alla morte di 70 persone e altre 40 sono rimaste ferite.
A riportare la notizia è stato l’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari che si trova ad Haiti e che è conosciuto con l’acronimo OCHA:
Secondo quanto riportato tra le vittime ci sono 18 donne e anche due bambini, e tra i feriti vi sono altre 12 donne. La zona di Cite’ Soleil conta circa diverse centinaia di migliaia di abitanti e attualmente è scattato l’allarme per la sicurezza e per la situazione umanitaria.
Da quanto riportato nel comunicato rilasciato da OCHA a essere più a rischio sono le donne e i bambini che si trovano esposti alla brutalità del conflitto armato delle bande rivali.
A causa dei combattimenti che si stanno registrando nelle strade la popolazione vede limitata la possibilità di effettuare spostamenti e per loro si sta rendendo difficile la possibilità di accedere a beni e servizi essenziali.
Questo conflitto armato ha portato alla chiusura non solo di diverse scuole nella zona ma anche di diversi centri sanitari, rendendo così ancora più allarmante la situazione sul territorio.
Ulrika Richardson, coordinatrice umanitaria di Haiti, ha reso noto che a Cite’ Soleil i combattimenti sono sempre più intensi e che la situazione più drammatica si sta registrando a Brooklyn.
Qui la gente si trova sotto assedio e non ha modo di poter lasciare la propria abitazione per la violenza armata che si sta registrando nelle strade e per il terrore che viene imposto dalle bande.
L’intera zona di Cite’ Soleil sta inoltre soffrendo una grave insicurezza alimentare, c’è poi da considerare che questa zona è stata l’epicentro dell’ultima epidemia di colera.
Le condizioni metereologiche non migliorano la situazione
A peggiorare ulteriormente la situazione ci pensano le condizioni metereologiche. Nella zona nelle ultime settimane si sono registrate intense piogge torrenziali che hanno peggiorato le condizioni sanitarie e le condizioni di vita nella zona.
La zona che si trova sul lungomare di Port-au-Prince è inoltre inondata dai rifiuti che provengono dalla capitale, la quantità presente sul territorio impedisce e blocca completamente l’accesso a Brooklyn.
Qui nessun veicolo o mezzo, comprese le autobotti, riescono ad accedere. Ciò favorisce la ripresa dell’epidemia del colera e in particolare la possibilità che ne insorgano di altro genere.
Il Coordinatore umanitario ha perciò voluto ribadire la necessità che nella zona venga permesso il passaggio, senza alcun tipo di ostacolo, agli aiuti umanitari destinati a tutte le persone che ne hanno bisogno.
È inoltre necessario che venga stabilita e organizzata la protezione per il persone e per le infrastrutture non solo educative ma anche sanitarie, umanitarie ed essenziali. Sarà poi necessario un approvvigionamento idrico.
L’intera popolazione ha necessità di poter avere accesso a tutti i servizi base e ai bene, inoltre ha bisogno di poter usufruire degli aiuti umanitari.