La Farnesina avrebbe confermato il fermo a Mosca per Giovanni Di Massa, accusato per essere in possesso di sostanze stupefacenti. La notizia in un primo momento era stata resa nota dai canali Telegram russi.
L’uomo sarebbe un top manager di una nota compagnia energetica a livello internazionale, la Iss international. Di anni 61, la Farnesina avrebbe confermato che non si trova agli arresti ma solamente in libertà vigilata in attesa che si svolga il processo.
In queste ore la Farnesina si sta occupando di un connazionale fermato a Mosca per essere in possesso di sostanze stupefacenti. Si tratterebbe di Giovanni Di Massa, 61 anni, top manager di una importante azienda internazionale del settore energetico.
L’uomo al momento non si trova in stato di detenzione ma in libertà vigilata, in attesa di processo. La notizia in un primo momento, in data odierna, era stata diffusa dai canali Telegram russi per poi essere confermata, successivamente, dalla Farnesina.
I diplomatici, in queste ore, stanno cercando di capire le cause del fermo e si stanno occupando del caso. Stando a quanto si legge dai media locali russi, Di Massa è stato trovato con una bustina di mefedrone.
Secondo quanto dichiarato dal canale Telegram russo Baza, il top manager Giovanni Di Massa, sarebbe stato fermato dagli agenti della polizia locale, mentre si trovava a bordo di un’auto aziendale, in piena notte.
Le forze dell’ordine avrebbero notato che il 61 enne era visibilmente nervoso e hanno deciso di perquisirlo, trovandogli una bustina di mefedrone, una sostanza stimolante di polvere bianca di circa 1,15 grammi.
“È sempre apparso come una persona pacata, seria per bene, un grande lavoratore. Si fa fatica a pensare che il collega possa essere interessato da queste dinamiche”.
Queste le parole dichiarate dalla Iss international, la compagnia del settore energetico per la quale Di Massa lavora. I vertici della società hanno comunicato di essere in stretto contatto con la Farnesina spiegando, però, di non avere avuto ancora nessun contatto con il dirigente che in questo momento si trova in stato di libertà vigilata a Mosca.
Alla fine dello scorso anno, una storia simile era rimbalzata alle cronache internazionali. A essere condannata a 9 anni di carcere era stata Brittney Griner, nota giocatrice di basket americana che fu fermata in aeroporto perché nella sua valigia furono state ritrovate alcune fiale di olio di cannabis.
Dopo la sua condanna è stata liberata grazie a uno scambio di prigionieri.
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