Anche il comune di Padova va verso lo stop del riconoscimento dei figli delle coppie omogenitoriali, come tutti i comuni italiani. Il sindaco pronto a un confronto con il Prefetto.
Lo stop alle registrazioni dei figli di coppie gay ha portato un grande scompiglio nel nostro Paese, con manifestazioni e rimostranze per le conseguenze che tutto ciò porterà con sé.
Dopo la grande manifestazione tenutasi a Milano questo weekend, anche altri comuni sono pronti a ribellarsi, come quello di Padova e quello di Mira. Ecco cosa pensano i sindaci di queste due località.
Tanti bambini, oltre 150.000 in Italia, figli di coppie omogenitoriali sono a rischio di non avere più uno dei due genitori, o peggio di rimanere orfani, a causa della sentenza della Corte di Cassazione.
Questa blocca la trascrizione di questi bambini all’anagrafe: infatti, viene richiesto ai prefetti di tutta Italia di far uniformare tutti i Comuni a questo stop, di tutti i figli nati con procreazione assistita da coppie omogenitoriali.
È scoppiato un vero e proprio caso nel nostro Paese, con manifestazioni e contestazioni in ogni dove, una lotta per i diritti di questi bambini che potrebbero subire numerosi disagi a causa di questa decisione drastica.
In questi giorni, quindi, i prefetti stanno cercando di capire come muoversi: a Padova, ad esempio, il prefetto Raffaele Grassi incontrerà il sindaco, Sergio Giordani, che fino ad ora ha sempre registrato i figli di coppie omogenitoriali presso il Comune.
In un’intervista al Gazzettino, il sindaco Giordani ha dichiarato: “Si tratta di un tema che non dovrebbe essere piegato a battaglie ideologiche e rispetto al quale nel paese esiste un serio vuoto normativo. I Sindaci sono chiamati ad agire con buon senso per tutelare la dignità delle bambine e dei bambini e i loro diritti fondamentali, evitando così di generare gravi discriminazioni”
Anche il sindaco di Mira, in provincia di Venezia, ha sempre registrato i figli delle coppie omogenitoriali e ha sempre pensato solo al bene dei bambini.
Quella dei sindaci, dice lui, è una vita molto più a contatto con la realtà rispetto ad altre cariche più alte: “Quando mi sono ritrovato a registrare i figli di due mamme l’ho fatto. Noi sindaci siamo un’istituzione di frontiera perché siamo molto più a contatto con la realtà e quindi ci troviamo spesso a dare una risposta immediata anche quando dovrebbe arrivare dall’alto e non c’è”
Il sindaco Dori racconta di essersi messo nei panni dei bambini, pensando che se non fossero stati registrati i due genitori questi piccoli avrebbero rischiato di perdere i loro diritti fondamentali.
Questo è il rischio con cui ci si scontra con questa sentenza della Cassazione, richiesta dal governo Meloni, ma come dice il sindaco di Mira “questi bambini esistono, vanno a scuola e hanno una vita. Perché non riconoscere i loro genitori?”.
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