A Savona è stato iscritto un bimbo all’anagrafe, figlio di due donne. Si tratta del primo caso in Liguria dopo lo stop del governo.
Da giorni questo argomento tiene banco e molti sindaci delle città italiane si sono opposti alla decisione del ministro della famiglia, Eugenia Roccella, di non trascrivere all’anagrafe i bambini nati da coppie omogenitoriali. Si è parlato di abuso dei diritti di questi bambini e oggi arriva il primo caso in Liguria in cui materialmente il primo cittadino si è opposto alla decisione, commentando il gesto con fierezza e riferendo che il governo è molto lontano dalla vera realtà delle cose.
Savona, primo iscritto dopo lo stop alle trascrizioni
Da un po’ sentiamo parlare del divieto deciso dal governo, con il supporto del ministro della famiglia e delle pari opportunità, Eugenia Roccella, in merito ai bambini nati da famiglie arcobaleno.
Si tratta dei piccoli che hanno due mamme oppure due papà, quindi materialmente uno solo dei membri della coppia ha contribuito alla sua nascita, per questo motivo si tratta del genitore reale mentre l’altro viene escluso dal certificato anagrafico e quindi non ha diritti sul bambino.
Una presa di posizione molto forte che ha incontrato un’opposizione spietata non solo dai diretti interessati, ovvero gli appartenenti alle famiglie arcobaleno che ogni giorno scendono in piazza per tutelare il loro nucleo e i loro figli, ma anche da parte dei sindaci, in primis Giuseppe Sala che l’ha definita un passo indietro sociale e politico.
Proprio loro hanno scritto di recente una lettera con cui chiedono che questo decreto venga cambiato ma Roccella ha ribattuto che non c’è nulla da discutere e si tratta di rispettare una legge che già c’è, fra l’altro, ha sottolineato che non è legale inserire all’anagrafe italiana i bambini che sono nati all’estero.
Una diatriba che è appena all’inizio ma oltre ai botta e risposta ci sono azioni concrete come quella del sindaco di Savona, Marco Russo, che ha annunciato la prima trascrizione di un bambino all’anagrafe del comune, dopo tale divieto e in realtà il primo caso in tutta la regione Liguria.
È il figlio di due donne che sono sposate da anni ed è nato nei giorni scorsi proprio nella città ligure, sebbene sia stato concepito a Barcellona con la fecondazione assistita di una delle due donne.
Il nome di Russo, oltre a comparire nella lettera congiunta che dicevamo prima, firma anche una nuova missiva in cui spiega al prefetto e alla procura la sua decisione:
“sfido il divieto perché il governo è ben lontano dalla realtà. i diritti di un bambino non si toccano e aldilà della burocrazia, si tratta di una nuova vita che ha diritto al riconoscimento di entrambi i genitori, qualsiasi sesso questi siano”.
La storia è stata riportata dal quotidiano Il Secolo XIX e il primo cittadino ha precisato nella sua lettera che ha firmato l’atto di persona e non ha coinvolto altri funzionari, quindi si è assunto la piena responsabilità del gesto.
Il dibattito
Il bambino savonese è nato all’ospedale San Paolo il 18 marzo, quindi pochi giorni fa. La registrazione è avvenuta 10 giorni dopo e costituisce una forzatura dopo il blocco del governo, tuttavia il primo cittadino l’ha definita una importante vittoria soprattutto per il piccolo protagonista, che avrà ufficialmente due mamme come è giusto che sia.
Tecnicamente ha una sola mamma, ovvero quella biologica, ma con questa trascrizione la seconda è definita intenzionale e le due sono allo stesso livello. Nell’atto di nascita si legge che il c’è il riconoscimento di filiazione da parte di entrambe le parti della coppia omogenitoriale. Roberta e Giulia, questo il nome delle mamme, hanno entrambe poco più di 30 anni e sono sposate da tanti anni ma ammettono di aver avuto paura per il loro bambino alla luce delle ultime decisioni del governo. Tuttavia possono tirare ora un sospiro di sollievo ma il dibattito politico è molto vivo.
Marco Russo è l’unico sindaco di centrosinistra a guidare un capoluogo ligure, la sua decisione è stata definita da Gianni Berrino di Fratelli d’Italia, come una scelta politica che si inserisce in un grippo di iniziative analoghe portate avanti negli ultimi tempi.
“Si tratta di trasgredire apertamente una normativa attuale, fra l’altro la forzatura dei sindaci non contribuisce a chiarire la posizione della sinistra sull’utero in affitto. credo sia inaccettabile”
ha detto. Di contro, Lorenzo Basso del Pd plaude al sindaco di Savona, dicendo che ha fatto bene perché l’argomento è molto discusso ma non si tiene conto dei bambini, che invece hanno un ruolo fondamentale in queste dinamiche ed è in gioco il loro diritto umano ad avere due genitori, anche diversi, l’importante è che si amino.
Questo il concetto portato avanti in tante manifestazioni che stanno avendo luogo soprattutto in questi giorni caotici in cui le famiglie arcobaleno si sentono violate in una cosa che invece dovrebbe essere considerata come la normalità.
Al loro grido di giustizia si unisce quello di due portavoce di rilievo come Elly Schlein e Vladimir Luxuria, che da sempre sostengono le famiglie omogenitoriali.
La Chiesa è divisa ma c’è da dire che l’argomento sta a cuore ai sacerdoti perché vengono messi in discussione i bambini di queste coppie.