Sul filo della scadenza, è stato approvato il decreto di abolizione della carta di circolazione e del certificato di proprietà, i quali verranno accorpati in un unico foglio. Un minimo aiuto per i cittadini, che risparmieranno qualche euro nelle operazioni di compravendita di una vettura. Questo però è tutta un’altra cosa rispetto all’abolizione del PRA, trasferendone le funzioni al ministero dei Trasporti, di cui si è parlato a lungo invano. La vera burocrazia inutile non muore mai.
L’ABOLIZIONE DEL PRA, LEGGE GIA’ TRADITA
La legge numero 124 del 7 agosto 2015, definita (a parole) riforma della pubblica amministrazione, ha incaricato il Governo di riorganizzare, attraverso appositi decreti legislativi, buona parte dell’apparato statale con l’obiettivo di ridurre i costi organizzativi. Quanti di questi decreti siano stati effettivamente varati e con quali dettagli, procedure ed effetti è sotto gli occhi di tutti.
Per quanto riguarda il trasporto privato, il comma 8 di quella legge, alla lettera d), prescrive espressamente che entro 18 mesi (quindi entro febbraio 2017) vengano trasferite le funzioni del Pubblico registro automobilistico al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Una frase molto importante di quel comma è la seguente: “previa valutazione della sostenibilità organizzativa ed economica“. Significa che, se ci sono troppi problemi, non se ne fa nulla.
Il problema più grosso è questo: se il PRA venisse trasferito direttamente al ministero, ne verrebbe tolta la gestione all’ACI e con essa i relativi fondi. Si tratta di una montagna di denaro, che porta anche notevole peso politico. Le conseguenze sarebbero ovvie.
Ecco quindi che, compiendo un vero e proprio tradimento dello spirito di quella legge, il PRA non si abolisce più, l’ACI mantiene il suo ruolo e il suo potere. Nessun trasferimento, nessun accorpamento di banche dati.
DOCUMENTO UNICO DI CIRCOLAZIONE: DECRETO FIRMATO, SI PARTE NEL 2018
Cosa cambia allora? Scompariranno carta di circolazione e certificato di proprietà, sostituiti da un documento unico di circolazione, a partire da giugno 2018. I documenti attualmente esistenti resteranno validi. In questo modo i cittadini risparmieranno la colossale cifra di 39 euro per ogni passaggio di proprietà. Tutto qui? Invece di abolire il vero costo esorbitante e ingiustificato di ogni compravendita, cioè l’IPT, l’imposta provinciale di trascrizione, che picchia per centinaia di euro su ogni compravendita, nessuno parla mai. Figuriamoci. Allora la montagna ha veramente partorito il topolino.
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