La questione dei vitalizi parlamentari nel nostro Paese ha una storia lunga e decisamente controversa: la politica ha dei costi innegabili ed è vero che il vitalizio parlamentare è stato inserito per evitare che l’attività politica fosse riservata solo ad una fortunata e ristretta elite di ricchi, ma è anche vero che l’Italia è uno dei pochi Stati in cui i politici possono godere di enormi privilegi. Lo scorso anno c’è stato l’ennesimo tentativo di abolire definitivamente i vitalizi parlamentari: il Ddl Richetti è riuscito a ottenere anche l’approvazione della Camera lo scorso luglio 2017, ma poi tutto si è fermato e la proposta è stata successivamente affossata in Senato. E’ così ancora una volta la battaglia sulla riforma degli assegni parlamentari e del ricalcolo dei vitalizi già maturati per ex deputati e senatori e per i parlamentari di lungo corso è finita nel solito buco nero tra soddisfatti (quali ad esempio il senatore dem Ugo Sposetti convinto oppositore al Ddl Richetti) e adirati (M5S e Lega). Da questo nuovo punto di stallo vediamo nel dettaglio quali sono, oggi, le posizioni dei vari partiti italiani che al momento concorrono con i loro nuovi programmi alle elezioni del prossimo 4 marzo 2018.
IN SINTESI: per il M5S i vitalizi parlamentari vanno aboliti, pertanto permane nei loro intenti politici la volontà di portare avanti questa dura battaglia, anche dopo l’affossamento del ddl Ricchetti.
Il M5S è da sempre uno strenuo sostenitore dell’abolizione dei molti privilegi della cosiddetta ‘casta’. Il programma del Movimento 5 Stelle prevede un netto taglio agli sprechi della politica, con un ritorno stimato di circa 50 miliardi. L’obiettivo non è soltanto quello di tagliare i vitalizi parlamentari, ma anche le pensioni d’oro e organizzare una spendig review della spesa improduttiva. Nel 2017 il M5S aveva proposto l’abolizione definitiva dei vitalizi, ma lo scorso novembre la richiesta è stata bocciata perché ‘facente parte delle norme ordinamentali’. Dinanzi alla temuta bocciatura il M5S non ha perso l’occasione per esprimere tutto il suo disappunto: ‘La maggioranza, in Parlamento, ha voluto definitivamente affossarne l’abolizione. Il Pd e i vecchi partiti non vogliono rinunciare ai privilegi’, hanno sentenziato i deputati M5S della Commissione.
IN SINTESI: nel poliedrico centrodestra italiano la posizione della Lega riguardo ai vitalizi parlamentari è in linea con il pensiero del Movimento 5 Stelle, ovvero favorevole al taglio. Contraria invece Forza Italia, che ha definito la proposta ‘incostituzionale’.
In occasione del voto di luglio 2017 per l’abolizione dei vitalizi, Forza Italia si è astenuta dal voto. La proposta era inaccettabile, perché ‘incostituzionale’, a detta di Silvio Berlusconi. Successivamente, in occasione della bocciatura del Ddl Ricchetti per la cancellazione definitiva dei vitalizi, Matteo Salvini, leader del Carroccio, ha dichiarato senza mezzi termini: ‘Altra presa in giro di Renzi. Bugiardi, fra poco vi mandiamo a casa!’
Il centrodestra per le elezioni del 4 marzo parla di flat tax, una soluzione che ‘consentirà a tutti di pagare molto meno, rendendo molto più difficile l’evasione e l’elusione. Con quello che gli italiani pagano di tasse avrebbero il diritto di avere una macchina pubblica in perfetta efficienza, ma questo non accade. Neanche una macchina pubblica efficiente, giustificherebbe la tassazione che gli italiani subiscono’. Ma di proporre nuovamente l’abolizione dei vitalizi parlamentari proprio non se ne parla, nei programmi per ora, non ve n’è traccia alcuna.
IN SINTESI: il Partito Democratico è stato il fautore del Ddl Ricchetti, ovvero la proposta di legge per abolire i vitalizi parlamentari. E’ stato lo stesso Renzi a insistere perché venisse approvato subito, poi però qualcosa è cambiato, il Ddl è stato affossato e nel nuovo programma del Pd, della questione, non vi è traccia.
Qual è dunque la posizione del Partito Democratico riguardo ai vitalizi dei Parlamentari? In verità per comprendere al meglio la posizione del Pd bisogna fare un passo indietro. Torniamo per un attimo al 2017: il Pd ha presentato una proposta di legge per la revisione dei vitalizi parlamentari a firma del renziano Matteo Richetti che poi però è stata affossata in Senato. La legge si proponeva di ricalcolare con metodo contributivo tutti i vitalizi in essere per un risparmio stimato in circa 75 milioni. Renzi lo scorso ottobre aveva esortato: ‘Approvarla subito, così com’è’, prendendo di fatto una direzione diversa da quella dei vertici del gruppo Pd al Senato. I piani infatti prevedevano che la legge venisse approvata, previa modifica però, principalmente per due motivi: innanzitutto perché il Ddl Richetti rischiava di essere bocciato dalla Consulta; in secondo luogo perché andava a toccare diritti acquisiti. E di fatto poi la proposta si è definitivamente arenata. Richetti ha stigmatizzato in particolare il comportamento dei suoi compagni di partito dai quali non ha ricevuto sostegno: ‘Mi vergogno per tutto il Pd. Tutto’. Oggi, ad un mese dalle elezioni del 4 marzo, in uno scenario politico in cui si continuano a richiedere sforzi e restrizioni continue di cinghia ai lavoratori ‘comuni’ per poter far fronte alla difficoltà del Paese, il Pd sembra più indaffarato a stringere nuove alleanze politiche. Nonostante sia chiara la necessità ‘di ridurre i vitalizi dei politici e degli stipendi per le figure apicali della pubblica amministrazione che guadagnano molto più rispetto ai loro pari grado di altri Paesi, mentre ai livelli più bassi i dipendenti pubblici hanno stipendi inferiori ai colleghi europei’, il Pd si focalizza sullo Ius Soli e sul biotestamento. A tal proposito Matteo Salvini ha sentenziato su Facebook: ‘Per il Pd è più urgente approvare lo Ius Soli rispetto al taglio degli spropositati vitalizi parlamentari. Ma certa gente non conosce la vergogna?’.
IN SINTESI: il neo-partito Liberi e Uguali di Pietro Grasso non ha palesato per il momento una posizione chiara a riguardo dell’abolizione dei vitalizi parlamentari.
Il nuovo partito Liberi e Uguali guidato dal Presidente del Senato Pietro Grasso e nato dal patto elettorale tra Mdp-Articolo 1, Sinistra Italiana e Possibile, per il momento pur rivendicando un vero programma di ‘Sinistra’ dei vitalizi parlamentari e dei benefici esclusivi dei politici italiani non fa menzione alcuna. E’ altresì vero, che si tratta di un programma ancora in via di definizione: c’è l’intenzione di cancellare il jobs act, allineare le pensioni ai target europei, ma nulla che riguardi eventuali riduzioni dei privilegi della Casta.
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