L’aborto in Texas diventerà sempre più difficile dopo l’approvazione in Senato di due leggi anti aborto. Una di queste permetterà ai medici di mentire sulle condizioni di salute del nascituro, senza avvisare le madri su eventuali anomalie genetiche o disabilità gravi. L’altra invece vieta una delle procedure più comuni per l’aborto, la cosiddetta dilatazione ed evacuazione, ritenuta uno dei modi più sicuri per abortire e che rischia di non poter essere applicata in tutti gli ospedali e cliniche del Texas. Entrambe le leggi sono passate a larga maggioranza in Senato (la prima è stata approvata il 20 marzo con 21 voti favorevoli e 9 contrari), anche con l’appoggio di alcuni senatori democratici: ora manca l’assenso della seconda Camera del Parlamento, la Texas house of Representatives, e la ratifica del governatore, il repubblicano Greg Abbott, perché diventino entrambe leggi dello Stato.
Alla notizia non sono mancate le proteste delle donne e delle associazioni: durante le votazioni alcune donne hanno protestato indossando abiti ispirati al romanzo distopico “The Handmaid’s Tale”, in italiano “Il racconto dell’ancella”, di Margaret Atwood. Nel libro, uscito nel 1985, si racconta di un’America governata da un regime puritano e patriarcale di ispirazione biblica, dove la Costituzione è stata abolita e le donne sono “carne da parto”, totalmente asservite all’uomo e tenute in vita solo per procreare.
On Monday, a group of women dressed as handmaids showed up to the Texas Senate to protest two anti-choice bills under consideration. #Resist pic.twitter.com/ToMcKFqugi
— Women's March (@womensmarch) 21 marzo 2017
L’ultima proposta anti aborto ad essere approvata in Texas è la Bill 25 (qui il testo), voluta dal senatore repubblicano Brandon Creighton per tutelare i medici da eventuali cause e richieste di risarcimento da parte di genitori. La legge prevede così che un medico possa non informare i genitori sulle reali condizioni di salute del feto se gli esami prenatali dovessero evidenziare gravi problemi, anomalie genetiche o disabilità del nascituro.
Lo stesso senatore, parlando in Aula, ha ribadito la necessità della legge per non penalizzare “i medici che difendono la sacralità della vita” e che la proposta nasce dopo aver visto medici condannati in tribunale “per la nascita di bambini con la sindrome di Down o privi di un arto”, nell’ottica di “creare un ambiente in cui i migliori medici d’America vorranno praticare in Texas“.
Diverso il parere degli oppositori, a partire dal senatore José Rodríguez che l’ha definita una legge per “limitare ulteriormente il diritto di una donna a esercitare la sua scelta, anche nel caso di gravi problemi per il feto“. La legge ha però avuto anche il plauso di Jeff Sessions, l’Attorney general (il corrispettivo del nostro ministro della Giustizia) dell’amministrazione Trump, anti abortista di ferro che aveva già fatto scalpore per la sua opposizione alla storica sentenza della Corte Suprema Roe vs Wade del 1973 che includeva l’aborto tra i diritti garantiti a livello federale.
La seconda legge anti aborto approvata in Texas è la Bill 415 (qui il testo) ha come primo firmatario il senatore repubblicano Charles Perry e vieta la pratica medica della “dilatazione ed evacuazione” (D&E), metodo usato nel secondo trimestre per i casi di aborto e che prevede un trattamento preliminare e il raschiamento delle parti del feto. La D&E è la pratica più sicura per la salute della donna e viene usata comunemente, ma per i sostenitori pro-life, cioè contro l’aborto, sarebbe una pratica “barbara” assimilata a un “aborto per smembramento”.
I contrari al provvedimento hanno sottolineato come la nuova legge anti aborto costringa le donne a trattamenti non necessari che possono metterle in pericolo. Amanda Allen, consulente legislativo presso il Center for Reproductive Rights, ha diffuso un comunicato stampa in cui invita i legislatori del Texas “ad abbandonare la loro crociata contro la dignità delle donne e a concentrarsi su misure che migliorino davvero la vita e la salute delle donne e delle loro famiglie“.