“Ho abortito, non mi vergogno. Mio il corpo, mia la scelta”, si legge su uno dei tanti cartelli che le manifestanti espongono con fierezza durante il presidio – organizzato a Roma, proprio davanti a Palazzo Madama, da Non Una Di Meno e dalla Rete nazionale consultori e consultorie – per opporsi all’emendamento che prevede la presenza di volontari ProVita all’interno dei consultori e che domani è atteso in Senato per la discussione.
Le manifestanti e i manifestanti chiedono di eliminare la violenta norma dalla legge 19 sul Pnrr – ennesimo umiliante attacco alla libertà di scelta e autodeterminazione della donna – e di sopperire alle numerose mancanze istituzionali rispetto al funzionamento dei consultori, “per tutte le persone che attraversano queste strutture sociosanitarie di territorio laiche e gratuite sia che scelgano la maternità, la genitorialità o l’aborto”.
L’emendamento, proposto da Lorenzo Malagola di Fratelli d’Italia, che prevede (all’articolo 44 della legge 19 sul Pnrr) l’introduzione di associazioni antiabortiste all’interno dei consultori, ha suscitato l’indignazione generale all’interno del Paese.
La modifica, votata alla Camera la settimana scorsa, dovrebbe giungere in Senato domani. Per questo motivo, numerose le persone che oggi si sono mobilitate a fianco di Non Una Di Meno e della Rete nazionale consultori e consultorie per affermare la propria libertà ed esprimere la più profonda riprovazione dinanzi all’ennesima proposta dell’attuale governo che punta ad offendere e reprimere i diritti delle donne.
La causa è particolarmente sentita, anche dalle opposizioni politiche, proprio perché all’interno del nostro Pese il diritto all’aborto è da sempre sotto attacco. I dati, infatti, dimostrano che i medici obiettori sono numericamente superiori a chi invece è disposto a praticarlo. Di conseguenza, molto spesso, una donna si ritrova a dover addirittura cambiare regione per esercitare un proprio diritto riconosciuto dalla stessa legge italiana.
La presenza di associazioni antiabortiste all’interno dei consultori rappresenta, dunque, l’ennesima violenza nei confronti delle donne che scelgono liberamente di abortire già consapevoli di tutte le difficoltà che il caso prevede.
Tra bandane rosa, slogan e cori, numerose le persone che oggi si sono riunite dinanzi a Palazzo Madama per rivendicare a gran voce i diritti delle donne, sottolineando che non sono più accettabili attacchi di questo tipo da parte di una classe politica indifferente e repressiva.
Si è manifestato per un aborto sicuro e libero, per rivendicare l’autodeterminazione delle donne e soprattutto per impedire che – oltre ai numerosi obiettori già presenti – possano avere accesso anche i pro-life all’interno dei consultori (attraverso finanziamenti provenienti da fondi del Pnrr, tra l’altro).
Anche le opposizioni politiche, tra cui M5S, Pd, Avs e Iv, hanno espresso il loro dissenso nei confronti dell’emendamento proposto dal centrodestra. A tal proposito, è stato depositato proprio oggi un ordine del giorno al Senato da parte del Partito democratico.
L’Odg, firmato dall’ex ministra della Sanità Beatrice Lorenzin e dal senatore Francesco Boccia, chiede di garantire la piena attuazione della legge 194 e di non assaltare il diritto delle donne “ad avere accesso ad un’interruzione volontaria di gravidanza”.
In ogni caso, l’emendamento è atteso per la discussione a Palazzo Madama domani.
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