Aborto: Simone Pillon sostiene la negazione all’aborto, affermando che sono bambini veri non grumi di cellule.
Per il senatore Simone Pillon, la decisione intrapresa dagli Stati Uniti in merito all’aborto è condivisibile. Per il politico, infatti, già dal concepimento ci si ritrova di fronte a bambini perfetti e formati, al contrario di quanto si dice, di solito, che – invece – si tratti semplicemente di grumi di cellule. Sostenitore di questa tesi, afferma che con l’ecografia moderna tutto ciò è scientificamente dimostrabile.
Aborto, Pillon sostiene la decisione degli Stati Uniti
Negli Stati Uniti è stata cancellata la sentenza Roe vs. Wade, che permetteva alle donne americane di optare per l’aborto, qualora ne sentivano bisogno e necessità. Un passo indietro, sul piano storico, che – però – trova sostegno in Simone Pillon. Il senatore, infatti, sostiene che l’interruzione di gravidanza pone fine a una vita già formata e non a un grumo di cellule.
Ecco le sue parole all’AdnKronos in merito alla decisione intrapresa dalla Consulta americana: “Non si tratta di un grumo di cellule, ma un bambino, perfetto, completo. Un essere umano. Sento parlare di diritti delle donne, eppure anche la metà dei nascituri sono donne. I loro diritti non contano?”
Il senatore leghista a sostegno della vita
Pillon afferma che, attraverso un’adeguata rete di sostegno sociale, si potrebbero evitare gli aborti, dando alle future madri dei sostegni, come l’assegno di maternità o altre opzioni come adozioni ed affidi. Il senatore, inoltre, collega il calo delle nascite alla legge 194.
La denatalità, spiega Pillon, ha fatto perdere, dal 1978, 6 milioni di italiani. Ecco le sue parole in merito: “Dal 1978 ad oggi abbiamo perso a causa dell’aborto circa 6 milioni di connazionali, cui vanno aggiunti i figli che sarebbero nati da loro, che secondo recenti e studi ammontano a circa 100 mila ogni anno. Se si considera che l’immigrazione incide per soli 59 mila nuovi nati, non possiamo che dire che la denatalità è anche colpa della legge 194“.
Inoltre, il senatore sostiene che, col tempo, “l’aborto di Stato sarà solo un brutto ricordo“, in quanto la mentalità del paese starebbe cambiando proprio a favore della negazione di tale diritto.