Fratelli d’Italia discute di una riforma edilizia, per una sanatoria che andrebbe ad eliminare il vincolo dei 150 metri per le costruzioni abusive.
La proposta di Fratelli d’Italia è arrivata in Commissione Ambiente in Assemblea della Regione Siciliana. La discussione su una eventuale riforma urbanistica è stata proposta da Giorgio Assenza, capogruppo dei melograni, che si è prefissato un emendamento che ha fatto già molto discutere. La volontà di FdI è quella di eliminare il vincolo per le case adesso abusivamente costruite entro i 150 metri dalla bottiglia, che andrebbe a interessare circa 200mila case dell’Isola. Tra gli oppositori ferrei il sindaco di Carini, che punta i piedi: “I nostri sforzi così verrebbero vanificati”.
Caos in Assemblea Regionale Sicilia dopo la proposta avanzata in Commissione Ambiente da Fratelli d’Italia. L’emendamento, portato avanti da Giorgio Assenzo, prevederebbe di sanare gli abusi edilizi commessi entro 150 metri dal mare, per una riforma urbanistica che ha scatenato già le ire dell’opposizione tra Movimento Cinque Stelle e Pd. Insorge anche il sindaco di Carini, che negli anni si era battuto contro l’abusivismo, visto che nel paese ancora oggi le case sul mare – troppo vicine alla costa – si contano a centinaia. Il primo cittadino di Carini non è il solo ad aver lottato in questi anni contro l’abusivismo edilizio, contro le costruzioni che tra gli anni ’70 e ’80 riempirono i litorali siciliani provocando un grande danno all’ambiente e all’urbanistica.
Poco dopo la consegna in commissione della proposta è arrivata dura la barricata da parte ancora del Partito Democratico, con il capogruppo Michele Catanzaro che ha ricordato in Assemblea come questa mossa rappresenterebbe un attacco alla tutela del territorio e dell’ambiente: “Il governo vuole fare cassa concedendo una sanatoria a chi ha violato le regole, ma cosi facendo darà nuovo impulso all’abusivismo”.
Dello stesso avviso Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd. Barbagallo ha parlato a nome di tutto il partito, affermando che i democratici rimangono contrari a tutte le sanatorie e i condoni edilizi, ma anche alle deroghe o ai salvataggi degli immobili. Compresi, a maggior ragione, gli emendamenti che vogliono salvaguardare quelli costruiti entro i 150 metri dalla costa. “La nostra posizione è chiara – dice il segretario regionale – è nota a tutti e non è trattabile. Ci siamo opposti fermamentegiànella scorsa legislatura ai colpi di mano di Musumeci. Non ci stupisce che in Sicilia il centrodestra che supporta Schifani ci riprovi senza alcun pudore nonostante le diverse pronunce della Corte Costituzionale in merito. Ci opponiamo, ci opporremo e lo faremo in ogni sede”.
Una proposta che peserà moltissimo anche sulle sorti politiche della Regione. Sì, perché le opposizioni – in particolare PD e Verdi – si erano schierate ferocemente a sfavore già in passato. Una battaglia che avevano vinto ai tempo di Musumeci, nel 2021, ma adesso con il vento di centrodestra che negli ultimi due anni sta soffiando forte sulle coste dell’Isola, l’opposizione in Assemblea regionale dei Palazzo dei Normanni potrebbe non riuscire a farsi valere come allora.
Già Silvio Berlusconi aveva provato durante uno dei suoi mandati a mettere mano alla sanatoria, prima ancora di Nello Musumeci. Una questione storicamente molto cara al centrodestra, come ha sottolineato Barbagallo. In Sicilia il caso è singolare perché solamente sull’Isola è previsto al momento il divieto di costruzione entro i 150 metri. Nel resto dello Stivale infatti le regole sono meno restringenti.
Ecco uno dei motivi per i quali fa gola un cambio di rotta anche in Sicilia, soprattutto considerando l’enorme bacino di abitanti coinvolti (e di potenziali voti). Sono ben 200mila le case che potrebbero beneficiare dell’emendamento. Un condono per le abitazioni costruite in un periodo in un cui non era necessario passare dalla Regione per costruire a pochi passi dal mare, come quello della fine degli anni ’70 e della metà degli anni ’80 (il famoso boom edilizio), che è costato alla Sicilia gravissimi danni negli anni a venire in termini ambientali e urbanistici.
Mentre il disegno di legge è in discussione in commissione ambiente però, ancora l’emendamento non è stato esitato e non è calendarizzato in Assemblea. I sindaci dei comuni intanto chiedono attenzione e invocano la coscienza dei deputati. Giovì Monteleone, uno dei sindaci contrari alla proposta, ha alzato la voce in merito alla questione: “Invece di dare strumenti e risorse per riqualificare le coste legittima chi ha fatto abusivamente un uso privato del mare e del paesaggio a danno di altri cittadini e del territorio e mette una pietra tombale sui tentativi di chi vuole ripristinare il decoro paesaggistico e restituire un bene prezioso alla pubblica fruizione”.
L’emendamento che modificherebbe i limiti di edificabilità infatti permetterebbe il “salvataggio” solamente a Carini – città di Monteleone – di centinaia di abitazioni costruite fra il 1976 e il 1985 – riporta stamane la redazione di Palermo de La Repubblica -. I provvedimenti repressivi dal 2015 sono stati oltre mille, con diverse ordinanze di demolizione, di acquisizione al patrimonio comunale e di sgombero. Le lottizzazioni abusive accertate sono state più di 20, mentre 303 immobili costruiti nelle zone inedificabilità sono stati demoliti. Sul lungomare di Carini è incorso in questi mesi un altro intervento di demolizione, mentre una parte di immobile interessato è stato acquisita al patrimonio del Comune e sarà demolita a settembre. Il sindaco Monteleone, che da tanti anni porta avanti diverse battaglie contro l’abusivismo edilizio, ha riferito che questo immobile sul lungomare Cristoforo Colombo inoltre è stato sgomberato anche con l’intento di evitare occupazioni abusive nel periodo estivo.
La provincia di Palermo e quella di Agrigento forse sono state quelle le più falcidiate da questo fenomeno. Famoso anche il caso di Angelo Cambiano, del Movimento Cinque Stelle. L’ex sindaco di Licata aveva portato avanti con grande fermezza la battaglia contro l’abusivismo, ricevendo anche atti gravissimi di intimidazione (l’incendio di due abitazioni), atti per i quali l’allora primo cittadino venne messo sotto scorta. Poi nel 2017 venne sfiduciato.
E la situazione di Carini (Palermo) e di Licata (Agrigento) sono solo la punta dell’iceberg. Mentre il governo – e la Lega in testa – promette opere miliardarie tra la Sicilia e la Calabria infatti sul territorio si tenta di contrastare il problema dell’abusivismo ogni giorno. Entro l’estate saranno demoliti altri 6 immobili a Carini, e decine di altri immobili in tutta l’Isola, ma qualora dovesse essere approvato il disegno di legge voluto da Fratelli d’Italia, tutti questi sforzi risulterebbero vani, e ancora una volta le coste della Sicilia rimarrebbero ingombrate dall’abusivismo.
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