La giovane, 17 anni, ha denunciato tutto a un’insegnante. Il padre avrebbe abusato di lei, mentre madre la maltrattava continuamente: “Ti odio, sei disabile, sei brutta”.
La minorenne avrebbe trovato la forza di denunciare a uno dei suoi insegnanti , dopo vari episodi di maltrattamento in famiglia. Il compagno di 26 anni della madre avrebbe anche abusato sessualmente della giovane: entrambi ai domiciliari e con il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla giovane. Continui maltrattamenti a casa per la 17enne: la denuncia alle forze dell’ordine da parte della psicologa della scuola.
Quadro drammatico a San Giuseppe Vesuviano, nella provincia di Napoli. Una 17enne disabile ha denunciato con l’aiuto di un insegnante i comportamenti dei familiari, sia quelli della madre che quelli del patrigno, accusati di averla maltrattata e abusato di lei. Violenze psicologiche da parte dei genitori sulla minorenne, che avrebbero riempito la ragazza di frasi come: “Ti odio, devi morire, sei brutta, sei disabile“. E ancora, botte – nonostante la minorenne sia costretta in sedia a rotelle – per liti scaturito da sciocchezze come rifare il letto la mattina.
La madre della vittima delle violenze è una donna di 40 anni, denunciata insieme al compagno – patrigno della 17enne – che di anni ne ha invece 26. E’ stata la psicologa della scuola, una volta venuta a conoscenza dei maltrattamenti a recarsi dai carabinieri per presentare la denuncia e fare scattare le indagini sulla famiglia. I fatti risalgono allo scorso 18 febbraio.
Disabile dalla nascita, la giovane vive con la madre dall’età di 5 anni, quando il padre biologico le aveva entrambe abbandonate. La psicologa ha raccontato di avere trovato la 17enne durante i colloqui trascurata e dismessa. La giovane ha raccontato a scuola anche altri episodi traumatici che risalivano ad altri periodi della sua infanzia.
Una gioventù infernale per la liceale. In famiglia insulti costanti, botte e nessun tipo di aiuto nonostante le difficoltà a camminare. Una situazione ai limiti del surreale, considerando anche la figura del patrigno, che aveva portato la giovane a trasferirsi dalla nonna materna. Poi la madre in lacrime era tornata sui suoi passi e scongiurato la figlia di tornare a casa e perdonarla. Sempre secondo il racconto della giovane però, a pochi giorni dal suo rientro tra le mura domestiche, la situazione era tornata quella di sempre.
Secondo quanto si apprende, il 26enne compagno della madre della vittima dei maltrattamenti avrebbe anche abusato sessualmente di lei. I comportanti del giovane erano parsi diverse volte alla 17enne del tutto fuori controllo. Con un episodio in particolare a dimostrazione dei suoi continui scatti d’ira. Pare che il 26enne abbia ucciso il cane di famiglia con una mazza da baseball solo perché l’animale stava abbaiando, e lui voleva invece riposare.
Nessuna parvenza di amore e sostegno reciproco in quella famiglia. Nemmeno la sorella più grande l’avrebbe mai degnata di aiuto, o almeno di uno sguardo e di una parola. Il tablet fornito a scuola, rotto dalla madre, il cellulare fatto in mille pezzi per evitarle ogni rapporto di amicizia.
Dopo la querela, con la psicologa della scuola che si era mossa per denunciare le violenze domestiche, la giovane era stata portata in una struttura protetta. Prima dell’estate invece è stato il momento dell’incidente probatorio. I racconti agli inquirenti combaciavano con quanto detto alla psicologa; in seguito il giudice ha ritenuto credibile la sua storia e accettabile.
Al momento sia la madre che il compagno sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, oltre al divieto di avvincersi ai luoghi frequentati dalla 17enne.
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