Le indagini sono scattate dopo la denuncia di una delle vittime dei presunti abusi, che ha riferito di essere stata palpeggiata e toccata nelle parti intime dal tecnico di laboratorio all’interno dei locali dell’Università.
L’accusato, che per il momento è stato posto agli arresti domiciliari, lavorava presso il Dipartimento di Biologia. Il tecnico avrebbe abusato di altre 5 ragazze, oltre alla prima che ha che ha fatto partire gli accertamenti investigativi.
Sono scattati questa mattina gli arresti domiciliari per un tecnico di laboratorio dell’Università Federico II di Napoli, accusato di aver abusato di 6 studentesse, ma il numero delle vittime potrebbe non essere quello definitivo.
A quanto testimoniato dalle giovani allieve, l’uomo le avrebbe toccate e palpeggiate mentre svolgevano attività di laboratorio all’interno del Dipartimento di Biologia, dove il tecnico lavorava. A far partire le indagini è stata la denuncia di una studentessa, che ha raccontato dei presunti palpeggiamenti nelle parti intime, riferendo di essere stata costretta a subire violenze da parte del tecnico di laboratorio nel mese di novembre 2021, all’interno dei locali dell’Università. A quel punto le hanno fatto seguito le denunce di altre 5 colleghe universitarie, che hanno riferito lo stesso modus operandi da parte dell’uomo.
Con la prima denuncia gli organi universitari avevano tempestivamente e cautelativamente disposto la sospensione del dipendente per 30 giorni e il successivo trasferimento ad un’altra sede, non a contatto con gli studenti.
Le ulteriori indagini hanno consentito alla procura di acquisire gravi indizi sulla sua condotta perpetrata nel corso degli anni, risalendo ad altre 5 presunte vittime. Com’è intuibile, sulla vicenda vige il massimo riserbo e nulla si sa sull’identità dell’accusato. Al momento l’accusa per il dipendente dell’Università è di violenza sessuale aggravata dal fatto di essere stata commessa all’interno di un luogo di istruzione frequentato dalla vittima.
“Grazie alla nostra denuncia con la quale abbiamo dato voce alle vittime che avevano paura, quell’uomo è stato fermato e l’Università lo ha licenziato dopo aver ascoltato le vittime e avuto la nostra relazione. Ora ci aspettiamo una condanna severa”
queste le parole del consigliere campano, Francesco Emilio Borrelli.
Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, alcune studentesse dopo avere subìto le molestie, per evitare di incontrare il tecnico, preferivano utilizzare gli ingressi secondari all’Università. Una delle ragazze si sarebbe anche rivolta a un centro antiviolenza per denunciare gli abusi subiti.
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