L’insegnante di sostegno è stata rinviata a giudizio. La maestra sarebbe stata incastrata dalle telecamere di sorveglianza installate nella scuola, un Istituto scolastico della Bassa Padovana.
Al momento l’indagata non è stata sottoposta ad alcuna misura di cautela, ma a suo carico sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza. Le indagini sono partite dalla denuncia dei genitori del bambino, allarmati dai segnali di malessere manifestati dal piccolo. L’insegnante dovrà ora difendersi dall’accusa di maltrattamenti.
Lasciato solo per ore, spintonato e provocato di continuo da un’insegnante che invece avrebbe dovuto aiutarlo e sostenerlo nella crescita scolastica e soprattutto umana. Sono le gravi accuse da cui dovrà ora difendersi una maestra della Bassa Padovana, indagata per maltrattamenti nei confronti di un bambino di 9 anni, affetto da autismo. A incastrare la maestra sarebbero state le immagini delle telecamere di sorveglianza installate nella scuola, a seguito della denuncia dei genitori del bambino.
Il papà, in particolare, avrebbe notato strani atteggiamenti nel figlio, e un’aggressività immotivata nel bambino. Così, quando i sospetti sono diventati certezze, ha denunciato le sue perplessità ai militari dell’Arma che hanno avviato le indagini, installando le telecamere a scuola.
Le immagini hanno lasciato poco spazio all’immaginazione, immortalando la maestra di sostegno in atteggiamenti denigratori e aggressivi nei confronti del bambino di cui avrebbe dovuto occuparsi in ben altro modo.
Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, il bambino veniva lasciato solo per ore, oppure veniva strattonato e trascinato per un braccio. In un’occasione addirittura la maestra sarebbe arrivata a farlo sedere, con la forza, su una sedia, costringendolo a restare lì per ore. Poi lo avrebbe più volte provocato, spingendo giù una torre di mattoncini che il piccolo aveva costruito. Un dispetto per il quale il bambino aveva iniziato a mordersi il braccio per la rabbia, ma la maestra – anziché fermarlo – gli avrebbe semplicemente detto di coprire la ferita con il maglione. Ancora, in un altro episodio emerso grazie alle telecamere, la maestra gli avrebbe strappato dalle mani un foglio, mentre il bambino era intento a disegnare, provocando un’ennesima reazione aggressiva da parte dello scolaro.
Reazioni a cui la maestra rispondeva sempre con violenza, cercando di contenere fisicamente il bambino, strattonandolo, o afferrandolo per le braccia. Spesso l’alunno veniva abbandonato a se stesso, mentre la maestra era intenta a utilizzare il suo cellulare, oppure veniva ripreso con toni bruschi e urla. In un’occasione – soltanto per mortificarlo – avrebbe riferito al padre che il bambino si era sporcato i pantaloni con i suoi bisogni, ma il fatto era risultato poi del tutto inventato. Un’altra volta la maestra avrebbe telefonato nuovamente al papà chiedendogli di andare a prendere il figlio perché aveva la febbre, ma anche in quel caso si era trattato di una menzogna.
Al momento l’indagata non è stata sottoposta ad alcuna misura di cautela, ma a suo carico sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza.
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