Il vostro bancomat evidenzia troppo spesso pochi movimenti? Attenzione, perché potrebbe scattare l’accertamento fiscale, per sospetto di evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate, dinanzi a un conto corrente bancario in cui sono totalmente assenti movimenti e prelievi, può dubitare di come il correntista possa provvedere al proprio mantenimento e a quello dell’eventuale nucleo famigliare, senza attingere al proprio guadagno accreditato in banca. Il dubbio di evasione fiscale potrebbe essere ulteriormente avallato dal fatto che il soggetto viva solo o il coniuge sia disoccupato. Vediamo quando e come scatta l’accertamento fiscale.
Accertamento fiscale per ridotte movimentazioni bancarie: chi rischia il controllo
Innanzitutto è doveroso sottolineare che accertamenti fiscali di questo genere sono piuttosto rari, anche se non bisogna escluderli in assoluto. Inoltre sono sempre supportati da indizi presuntivi di una certa gravità. Pertanto se siete abituati a non prelevare sovente dal vostro conto, non preoccupatevi: l’Agenzia delle Entrate infatti, tramite il redditometro, non può presumere redditi non ‘ufficiali’ soltanto partendo dall’assenza di movimenti sul proprio conto corrente: è noto che molti cittadini vivano con l’aiuto economico dei propri familiari. E ciò ad oggi non costituisce (ancora) reato.
All’assenza di prelievi dal conto corrente dovrebbero aggiungersi altri dei seguenti elementi, presumibilmente indicativi di una qualche forma di evasione fiscale:
– Il contribuente è sposato con un disoccupato;
– I genitori del contribuente ‘sotto esame’ non sono più in vita o, comunque, versano in condizioni di precarietà economica;
– Il contribuente non convive con altre persone;
Quelli poc’anzi elencati sono solo alcuni degli elementi, forse i più evidenti, che potrebbero far insospettire l’Agenzia delle Entrate, naturalmente le casistiche possibili sono innumerevoli.
Accertamento fiscale: i controlli incrociati
Come è noto, negli ultimi tempi, grazie alle recenti modifiche normative, l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità tecnica di effettuare controlli incrociati sui contribuenti, al solo scopo di limitare l’evasione fiscale. Il potere di indagine dell’Agenzia delle Entrate è decisamente cresciuto: ad esempio il Fisco ha la facoltà di incrociare i dati risultanti dall’Anagrafe Tributaria (dove risulta la dichiarazione dei redditi del contribuente) con l’Anagrafe dei rapporti finanziari o i conti correnti dove i dati sono costantemente aggiornati.
Inoltre, negli ultimi anni, l’Agenzia delle Entrate, grazie al sistema del ‘redditometro’, ha modo di controllare la cosiddetta capacità di acquisto dei contribuenti, nonché la capacità degli stessi di poter mantenere determinati beni: in pratica non si verifica soltanto la potenzialità di acquisto di una casa o una barca, ma anche e soprattutto la possibilità economica di mantenerle. Qualora il Fisco dovesse individuare una rilevante incongruenza tra le entrate familiari e le spese legate ai beni acquisiti, procederà con un accertamento fiscale del contribuente.