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L’accordo Alitalia-Etihad è ormai stato raggiunto in maniera ufficiale. Le due aziende hanno messo fine ad una trattativa lunga e complessa, dopo che l’assemblea degli azionisti di Alitalia aveva dato parere favorevole sui termini dell’accordo. Il contratto è stato ufficializzato. E’ stato dato il via alla ricapitalizzazione, che potrà ricostituire il patrimonio della società e potrà cancellare i 560 milioni di debiti accumulati. Gli arabi si impegneranno a versare 560 milioni per rilevare la partecipazione. Inoltre garantiranno altri 600 milioni di investimenti per il futuro.
Si conta che tutto ciò porterà ad una svolta davvero essenziale per la compagnia aerea. E’ stato, comunque, fatto notare che si deve cercare di favorire l’integrazione tra le due aziende, facendo in modo contemporaneamente che Alitalia obbedisca alla necessità di essere stabilizzata. C’è bisogno di ristrutturare e rilanciare il marchio. Le strategie sono state messe sul piatto e, con l’ingresso degli arabi nel capitale, si potranno studiare anche dei piani più a lungo raggio.
I termini dell’acquisto
Etihad acquisirà una partecipazione azionaria del 49% in Alitalia. Le due società hanno lavorato a partire da uno schema, che prevede la rinegoziazione di 565 milioni di debito. Un terzo di quest’ultimo sarà cancellato, mentre i due terzi saranno convertiti in azioni, stabilendo un convertendo a 2-3 anni. La linea seguita è stata quella dell’intesa, sulla quale si sono unite anche le banche creditrici.
Ci sono anche altri elementi che fanno discutere. Ci si riferisce in particolare al ruolo degli azionisti. Le Poste, durante il Governo Letta, accettarono di investire 75 milioni, con l’amministratore delegato Massimo Sarmi. Adesso però il nuovo AD è Francesco Caio, il quale pensa che tutti gli investimenti devono necessariamente avere “un forte orientamento al futuro”. Un altro problema è rappresentato da Carlo Toto, altro azionista proprietario di Air One, compagnia che è entrata a far parte di Alitalia. La questione riguarda la presenza di alcuni contratti di leasing per degli aeromobili, che non risultano coerenti con la strategia di Etihad.
Gli esuberi
La questione degli esuberi rappresenta un caso molto spinoso. I numeri ci fanno capire come il tutto non sia assolutamente facile da risolvere. 616 saranno i dipendenti che Alitalia continuerà a pagare, mentre per altri 681 ci sarà la possibilità di essere esternalizzati verso altre società. Per 954 dipendenti scatterà il contratto di ricollocamento: essi finiranno in un’apposita società, una bad company, per rimanere in attesa e potranno essere assunti in caso di nuovi reclutamenti da Alitalia. Susanna Camusso ha dichiarato che sulla questione si è molto più indietro di quanto si pensi, perché non ci sarebbero le possibilità di ridurre i numeri degli esuberi. Anche i lavoratori sono molto preoccupati per quale sarà il loro futuro.
LE CAUSE – Con l’entrata di Etihad nel capitale della società, gli standard e i modelli previsti per il funzionamento delle tratte aeree stanno cambiando. Etihad vorrebbe che lo scalo di Malpensa venisse ridimensionato, in modo che le rotte vengano dirottate su Fiumicino. Da parte della compagnia ci sarebbe la volontà di fare in modo che Linate, insieme a Roma e a Venezia, rimangano i principali scali interconnessi del nostro Paese. Tutto questo servirebbe a reagire alla concorrenza delle compagnie low cost, come, per esempio, Ryanair.
Competere con le low cost è diventato molto difficile e i margini di guadagno ci possono essere ormai soltanto sulle lunghe tratte. Anche altre compagnie straniere hanno pensato a questa soluzione. Tuttavia c’è un prezzo da pagare: gli esuberi, che si traducono inevitabilmente in tagli del personale. Risistemando la rete dei voli e individuando altri punti centrali per lo smistamento delle tratte, il numero dei lavoratori si ritrova ad essere superiore a quello che è effettivamente richiesto.
LE POSSIBILI SOLUZIONI – In merito agli esuberi, la posizione della compagnia è molto chiara. Essa, infatti, propone di ridurre il numero dei dipendenti, ma di sfruttare le nuove opportunità di lavoro che ci saranno in futuro. Etihad ha le idee chiare su questo punto, perché ritiene che gli investimenti che ci saranno permetteranno di rivitalizzare Alitalia, per dare nuovo impulso alla rete e ai servizi.
Quella proposta sarebbe, quindi, la soluzione di scegliere un punto di partenza fondamentale, sul quale poi basarsi per ricostruire il futuro della compagnia aerea e allo stesso tempo quello dei lavoratori. Da questo punto di vista si impone il modello delle compagnie straniere. D’altronde Alitalia da sola non potrebbe permettersi altri tipi di razionalizzazioni. La soluzione potrebbe essere quella di far affidamento su investitori esterni. A questo proposito si è fatta sentire la presenza degli arabi, che però, partendo da una posizione contrattuale molto forte, vogliono assicurarsi determinate condizioni, per avere l’opportunità di risanare la compagnia.
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