Accusa il patrigno di abusi sessuali e poi si toglie la vita, aveva 16 anni

Georgia Walsh aveva solo 16 anni quando si è tolta la vita l’anno scorso, lasciando un biglietto in cui diceva che sperava che Brett Connell , il patrigno, “marcisse all’inferno” per quello che aveva fatto. Esattamente un mese prima aveva dato un resoconto dettagliato alla polizia di come il trentasettenne la molestasse mentre la metteva a letto di notte quando aveva 13-14 anni.

Georgia si è tolta la vita il 17 marzo del 2017 poco dopo che il patrigno era stato rilasciato su cauzione dalla polizia, negando ogni tipo di accusa fatta dalla ragazza. Aveva confidato alla madre dei presunti abusi ricevuti ed era stata ascoltata dalla polizia poco dopo. Abusi che si consumavano quando Brett Connell le rimboccava le coperte. Invece di baciarla sulla guancia il patrigno le avrebbe dato baci sulla bocca usando anche la lingua. Descrivendo alla polizia la prima volta che accadde il fatto, Georgia disse: “È venuto a rimboccarmi le coperte e baciarmi sulla guancia e poi mi disse ‘No, baciami correttamente’. Mi ha baciato con la lingua e io ho cercato di respingerlo. Ero confusa, ero anche abbastanza spaventata, ero persa, non sapevo che si trattasse di violenza sessual” . Secondo il racconto di Georgia il patrigno le avrebbe anche toccato il seno più volte e spesso anche parti intime. La ragazza ha poi proseguito: “Semplicemente non sapevo cosa fare e non potevo dirlo a nessuno e dovevo semplicemente rimanere in silenzio. È stato allora che ho iniziato a ritirarmi da tutti. Ho iniziato a ritirarmi dai miei amici, ero spaventata e non volevo parlare con loro“.

Brett Connell, di Sevenoaks nel Kent, è accusato di aver messo le mani nei pantaloni e nelle mutande del pigiama di Georgia per toccare le sue parti intime. Connell deve affrontare altre 11 accuse di reato di abusi sessuali non inerenti alla giovane Georgia. Il processo è ancora in corso ma la povera Georgia non c’è più. Si è tolta la vita. Si è buttata sotto un treno alla stazione di Dunton Green. Il giudice Peter Record ha dichiarato alla giuria, composta da nove donne e tre uomini, che Georgia essendosi suicidata non poteva più essere sottoposta ad un interrogatorio da parte dei legali di Connell. Alla giuria è in visione anche una dichiarazione videoregistrata rilasciata da Georgia alla polizia.

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