Era arrivato il deferimento per José Mourinho dopo la gara Monza e Roma del: la decisione del Tribunale in merito al patteggiamento.
Il Tribunale Federale Nazionale ha rifiutato il patteggiamento non ritenendo congrua l’ipotesi presentata. La decisone è stata dunque quella del rinvio dell’udienza, al prossimo 22 giugno, per trovare un nuovo accordo. José Mourinho, che il 3 maggio scorso aveva accusato l’arbitro Chiffi in occasione della gara Monza-Roma, dovrà dunque ancora attendere per capire cosa ne sarà del suo deferimento.
“Il peggior arbitro trovato nella mia carriera, ne ho visti tanti scarsi ma per me è dura giocare con questo arbitro. Non è ematico, non crea rapporti con nessuno“. Con queste parole José Mourinho, al termine della gara tra Monza e Roma del 3 maggio 2023 terminata con il punteggio di 1-1, si era rivolto all’arbitro Chiffi.
I nervi erano tesi dopo il match pareggiato dalla Roma all’U Power Stadium, e le parole del tecnico portoghese avevano fatto scattare il deferimento con conseguente richiesta di patteggiamento del club. Patteggiamento pero non accolto dal Tribunale Nazionale Federale, che ha deciso invece per il rinvio dell’udienza.
Il rinvio è stato fissato al 22 giugno dunque, come si legge nella nota del TFN riunitosi oggi e presieduto da Carlo Sica. Le parti potranno fino a quella data trovare un nuovo accordo.
Proprio questa stagione della Roma verrà ricordata per le eccessive e innumerevoli sfuriate di José Mourinho, e dei suoi addetti, dalla panchina. Mai come quest’anno il tecnico portoghese infatti si è lasciato andare a polemiche da bordo campo e dalla conferenza stampa, nei confronti degli arbitri, più che degli avversi (che una volta erano il suo unico obiettivo di punzecchiate e frecciatine).
Ma Mourinho è così, travolgente e irriverente, e dalle parti del Colosseo non c’è stato un solo tifosi giallorosso a non appoggiare il suo condottiero. La grinta portata in campo dallo special one però non sempre si è trasformata in energia per la sua squadra, che spesso si è resa protagonista di prestazioni orrende, caratterizzate da una certa insofferenza nei confronti dei vari direttori di gara, anche quando obiettivamente non ce ne sarebbe stato bisogno.
Ne sono dimostrazione i tanti episodi stagionali, a partire da Monza, le scenate in panchina del secondo di Mourinho, di Salvatore Foti espulso per un bruttissimo episodio, per aver dato un calcio e successivamente una manata al giocatore del Feyenoord Santiago Gimenez sugli sviluppi di una rimessa laterale durante la partita di Europa League tra Roma e Feyenoord.
Il Culmine però è arrivato in finale di Europa League, quella persa contro il Sivilla. Le recriminazioni sono state aprisse da parte di tutto l’ambiente romanista, soprattutto per un presunto calcio di rigore sul finale dei tempi supplementari. Nel complesso la critica della Capitale è stata molto dura con l’arbitro Taylor. Così come duro – e francamente fuori luogo – era stato Mourinho nel recarsi nel parcheggio dello stadio della Puskas Arena per dirne quattro al direttore di gara.
Episodio che acquista ancora più gravità considerando l’accanimento dell’ambiente nei confronti del fischietto inglese, il quale all’aeroporto di Budapest era stato fermato da alcuni tifosi, accanto alla sua famiglia, e insultato. Benzina sul fuoco, insomma.
Su tutto questo era la Uefa ha voluto indagare, aprendo un’inchiesta. La Commissione disciplinare sta indagando sugli eventi del 31 maggio, proprio per gli insulti e il linguaggio offensivo usato da Mourinhi nei confronti dell’arbitro.
Ma del resto è risaputo, Mourinho è fatto così; un allenatore in grado di raggiungere grandi risultati con le sue squadre, magari anche da sfavorito, e di spremere dal punto di vista nervoso il gruppo, l’ambiente, con le sue continue lotte contro i mulini a vento. Tra manette ed esultanze irriverenti, polemiche arbitrali, caos e recriminazioni però, quando non arriva un trofeo – come in questa stagione – quando non arriva il quarto posto e si conclude la stagione con “zero tituli” l’ambiente rimane arido, spremuto, inghiottito dalla prorompente personalità dello special one.
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