Acqua non potabile in tutta la provincia di Teramo: lo aveva comunicato l’Arta dopo alcuni prelievi effettuati al Traforo del Gran Sasso martedì 8 maggio. L’acqua in uscita era stata giudicata non conforme e, fino a nuova comunicazione, ai cittadini era vietato farne uso. Non sono chiari, al momento, i motivi della contaminazione. Dal pomeriggio di martedì 8 maggio, il mancato approvvigionamento dalle sorgenti del Gran Sasso aveva provocato la progressiva disalimentazione delle utenze in vari comuni, di cui veniva fornito l’elenco. Dopo le nuove analisi, però, l’acquedotto del Ruzzo è stato autorizzato a riprendere la normale distribuzione dell’acqua.
I Comuni interessati dal blocco temporaneo erano Ancarano; Basciano; Bellante; Campli; Canzano; Castellalto; Castelli; Civitella del Tronto; Colledara; Colonnella; Controguerra; Corropoli; Giulianova; Martinsicuro; Montorio al vomano; Morro d’oro; Mosciano Nereto, Notaresco, Penna s’andrea, Roseto, Sant”Omero; Sant’egidio; Teramo; Torano nuovo, Torricella sicura Tortoreto, Tortoreto, Tossiccia, Valle Castellana e Pineto. L’acqua poteva essere utilizzata esclusivamente per i servizi igienici, ma non era utilizzabile per cucinare e, naturalmente, non si poteva bere.
L’Asl di Teramo aveva confermato la notizia: “Le analisi eseguite dall’Arta sui campioni prelevati dalla Asl di Teramo, in data 8 maggio 2017, hanno rilevato una non conformità dell’acqua per odore e sapore non accettabile”. Appena giunta la comunicazione, era partita la corsa all’approvvigionamento di acqua minerale da parte dei cittadini, che avevano preso d’assalto i supermercati, tanto che gli scaffali erano rimasti vuoti dopo pochi minuti. Dopo ulteriori analisi dell’acqua, l’Asl ha avvertito la cittadinanza che l’emergenza era finita. La Prefettura di Teramo, di conseguenza, ha emesso una nuova ordinanza.
“Nel corso della riunione in Prefettura, presieduta dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso e dal Prefetto di Teramo, l’Arta ha comunicato i risultati dei sei campioni d’acqua prelevati, riferendo che, in base alle analisi effettuate, i campioni in esame sono conformi alla normativa vigente”. In ragione di tale comunicazione la Asl ha informato che “si revoca la disposizione e l’acqua può essere destinata a uso potabile. Continuerà il monitoraggio con esecuzione dei prelievi in rete e alle opere di captazione”. Nei 32 Comuni forniti dalla Ruzzo Reti quindi già da oggi è possibile utilizzare l’acqua per cucinare. La Asl resta comunque in attesa delle analisi sui campioni d’acqua inviati ieri all’Università di Padova.