Le acque balneabili in Italia possono godere di una valutazione positiva. Il dato riguarda in particolare il 96,6% di esse. Proprio questa percentuale è risultata essere a norma sulla base di un report elaborato dalla Commissione Europea, i cui risultati sono stati diffusi dal Ministero della Salute. Il punto di riferimento è da considerare la stagione balneare 2013. Proprio in questo periodo di tempo sono stati prelevati dei campioni, per un totale di 37.411. Da questo punto di vista l’Italia si dimostra veramente in una posizione da leader in ambito europeo.
La valutazione, infatti, ha preso in esame non soltanto la qualità, ma anche la quantità delle acque di balneazione, di cui i vari Paesi possono disporre. In Italia anche il totale a livello quantitativo può essere considerato positivo. Nello specifico le acque balneabili in Italia arrivano a costituire un quarto del totale europeo. Nel corso degli anni c’è stato anche un trend rilevante, che è stato registrato. Basti pensare in questo senso che nel 2012 le acque di balneazione di classe eccellente ammontavano all’86,3%. Tutto questo ci fa capire come si sia messo in atto un miglioramento significativo. Buoni i risultati anche per ciò che concerne le acque interne, per i laghi e i fiumi. L’81,2% di questi ha ottenuto una valutazione sufficiente. Relativamente alle acque del mare esiste in Italia un 2,5% che è giudicato in maniera negativa.
Secondo gli esperti le cause di tutto ciò devono essere rintracciate nel processo di cementificazione delle coste e nel fatto che, proprio in prossimità delle località balneari, si siano di molto sviluppate le industrie e le attività deputate alla ricezione dei turisti. Sicuramente, comunque, rispetto ad altre medie, l’Italia ha dei risultati di tutto rispetto. L’Unione Europea intende raggiungere un obiettivo molto importante. Si tratterebbe di fare in modo che, entro il 2015, la totalità delle acque balneabili riceva una valutazione almeno corrispondente alla sufficienza. Tutto ciò è molto importante soprattutto per tutelare la salute dei bagnanti. Nel nostro Paese, come sottolinea il Ministero della Salute, esiste un alto livello di protezione sanitaria per quanto riguarda questo settore. L’Italia ha infatti recepito pienamente la direttiva 76/160/CE, che imponeva delle condizioni assolutamente utili in quest’ambito.
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