Secondo i dati sembra che nel 2022 sono state 767.000 le compravendite concluse, un dato in salita del 2,4% se paragonato al 2021.
Per l’anno in corso sembra che però i segnali non siano altrettanto positivi. Infatti secondo le previsioni sembra che sia in vista un ridimensionamento dei prestiti in discesa al 20% insieme ad una diminuzione dei rogiti del 13%.
Per il momento sono poche anche se abbastanza chiare le caratteristiche per quanto riguarda il mercato immobiliare del 2023.
In base a ciò che afferma il Corriere della Sera, pare che in quest’anno saranno sempre di meno le transizioni poiché si andrà a ridurre la platea di coloro che avranno la possibilità di comprare.
Quindi l’offerta sarà minore e la domanda di locazione in aumento. Situazione ben diversa dal 2022, anno che si è appena concluso in quanto, anche se per il momento ancora non ci sono le conferme dall’Agenzia delle Entrate.
Nonostante ciò, pare che l’anno passato si sia concluso con un leggero aumento rispetto al 2021.
Il quarto trimestre dell’anno sembra che abbia registrato un piccolo calo di vendite in base ai 12 mesi precedenti.
In base a ciò che afferma l’istituto Nomisma, nel 2022 sono state 767.000 le compravendite registrando quindi un incremento del 2,4% a differenza del 2021.
In questo 2023 sembra però che sia in vista una diminuzione di rogiti che va ben oltre il 13%.
Luca Dondi afferma al Corriere della Sera che si tratta di “Un fenomeno causato dal restringimento della possibilità di ottenere il credito a fronte di quotazioni che dopo lo stop pandemico sono cresciute”.
Infatti le previsioni dell’Istituto bolognese sono abbastanza chiare: nella città di Milano i prezzi aumenteranno del 6% nel corso dei prossimi tre anni a differenza del 1,9% delle grandi città e del 2% nella città di Roma.
Un’altra previsione è quella che riguarda i mutui e il fatto che il loro volume verrà notevolmente ridimensionato.
Nel 2023 Infatti è previsto un calo del 19,9%. Visto che si tratta di una diminuzione più grande delle compravendite, sembra che saranno molti di più gli acquisti in contanti.
Per quanto riguarda le prospettive per coloro che vendono immobili di lusso, la prospettiva è alquanto positiva.
A questo riguardo il presidente degli scenari immobiliari Mario Breglia afferma “La domanda è alta in tutti i segmenti e i prezzi ancora in crescita ma le incertezze legate allo scenario economico consigliano prudenza”.
Ciò che preoccupa di più attualmente sono i tassi. In base a ciò che condivide Roberto Busso, il livello del prezzo del mutuo attuale risulta essere giudicato abbastanza positivamente dal mercato anche se gli incrementi non sono così tanto indolori.
In questo modo la domanda si indirizzerà maggiormente verso il miglioramento dello Stato abitativo.
Tutte queste informazioni in che modo vanno ad incidere sul mercato immobiliare?
Per il presidente dei mediatori di Fimaa, Santino Taverna, sembra che tutto ciò provocherà una leggera diminuzione delle vendite anche se i prezzi resteranno stabili mentre aumenteranno le locazioni.
Per quanto riguarda il mercato, questo continuerà a essere motivo di attrazione per gli investitori stranieri in quanto in Italia i valori sono andati ben oltre a differenza di ciò che è accaduto negli altri Paesi.
Visto che nel mercato sono sempre di più le abitazioni in locazione, ci sono delle limitazioni per quanto riguarda gli affitti a lungo termine.
Il presidente di centro studi Flap, Francesco Lo Commare, afferma che anche se si va a calcolare un abbattimento del 50% del guadagno su quelli che sono gli incassi lordi per le spese di gestione per le imposte, la redditività per gli affitti brevi risulta comunque essere più alta di quelli dei contratti tradizionali.
E quindi del tutto inesistente il rischio di morosità insieme al degrado dell’immobile.
Attualmente le condizioni per avanzare una richiesta per un mutuo risultano essere molto più difficili rispetto al passato.
Dar vita ad un mutuo da 200.000 euro oggi si traduce in una rata mensile di 1.170 euro a differenza di 992 euro dell’anno scorso.
Se invece si fa l’esempio a 30 anni, la rata è aumentata da 719 a 909 euro.
Una differenza notevole se si pensa al fatto che si vanno a pagare 200 euro in più al mese.
Inoltre si tratta di un mutuo che attualmente risulta essere molto più difficile da ottenere poiché il richiedente dovrà avere un reddito più alto di 500 euro.
Ciò che adesso ci si aspetta è anche un aumento dei tassi anche se saranno più vasti di quelli registrati nel corso degli ultimi 12 mesi.
La BCE durante il 2022 ha aumentato il costo del denaro di 250 punti mentre l’Euris lo ha alzato a 20 anni ed è salito, dello stesso periodo, di 180 punti. L’Euribor invece è andato ad aumentare di 270 punti.
Visto l’attuale situazione sembra che i compratori abbiano a disposizione diverse possibilità.
Coloro che desiderano acquistare casa devono sapere che attualmente i prezzi non sono in discesa e che secondo le previsioni durante i prossimi mesi non saranno stabili ma andranno leggermente al rialzo.
Ed è per questo motivo che la città di Milano risulta essere una delle città più costose.
Nel caso in cui si desidera acquistare un’abitazione di 80 metri quadri, il costo del mutuo mensile a 30 anni sarà di 1.382 euro mentre, nell’area meno cara, saranno comunque necessari 775 euro al mese.
Nella città di Roma la media scende a 885 euro al mese, mentre a Napoli il costo per un mutuo mensile è di 723 euro al mese.
Meno onerosa ma pur sempre alta è la media nella città di Torino, luogo in cui parliamo di 513 euro al mese.
La seconda possibilità è quella che riguarda coloro che hanno già trovato una casa e che adesso devono soltanto scegliere un mutuo.
Una scelta obbligata è quella del tasso fisso in quanto, di fronte ai tassi più alti, si tratta di una soluzione che permette di bloccare la spesa senza rischiare che il costo vada al rialzo.
Cosa accade invece per coloro che già hanno un mutuo? Se si tratta di un mutuo fisso acceso nel momento in cui i tassi erano al minimo, la cosa migliore è quella di lasciare tutto così com’è.
Invece se il mutuo è variabile, sarà necessario calcolare l’evoluzione delle rate future partendo da quello che è il piano di ammortamento.
In quest’ultimo caso si potrà pensare di diminuire in parte il debito oppure richiedere il passaggio al tasso fisso.
In questo caso la banca è costretta ad accettare a patto che il debito sia più basso di 200 mila euro e che l’Isee non sia superiore a 35.000 euro.
Un altro requisito fondamentale è che il soggetto in questione non abbia mai registrato un ritardo nel pagamento.
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