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Sport

Adani ha risposto in diretta alle polemiche per le sue telecronache dell’Argentina

L’Argentina galoppa verso la finale del Mondiale in Qatar, ma c’è chi, soprattutto in Italia, ruba la scena. Stiamo parlando di Daniele Adani, ex calciatore di Inter e Fiorentina, che ora per mestiere si occupa di raccontare il calcio e lo sta facendo con la Bobo Tv, ma anche con il commento tecnico, come telecronista. E proprio in questa veste sta raccogliendo una miriade di critiche, soprattutto se in campo c’è l’Argentina e c’è Lionel Messi, che a suo avviso è senza ombra di dubbio il miglior calciatore della storia, quasi un’entità semi-divina. Stasera non ha fatto eccezione, anzi ha anche risposto alle tante critiche ricevute.

Daniele Adani – Nanopress.it

Adani e l’Argentina costituiscono un binomio quasi indissolubile, un amore incondizionato che, in senso un po’ più ampio, è amore per il calcio. La sua espressione, però, sta facendo discutere non poco, per le urla, le parole usate e probabilmente perché un po’ troppo di parte rispetto a quanto ci si aspetterebbe in un Mondiale in cui non c’è neanche l’Italia. L’ex difensore, però, non cambia il suo stile nella semifinale, anzi difende anche quanto fatto in precedenza con una frecciata neanche troppo nascosta.

Adani ancora protagonista nella semifinale tra Argentina e Croazia

Si apre il sipario che stasera si scrive la storia. E la si scrive a prescindere da chi siano le due contendenti in campo, perché una delle due, una tra Argentina e Croazia, stasera accede alla finale di un Mondiale. Siamo arrivati al punto in cui non si può più sbagliare, in cui ogni piccola sbavatura può costare il trofeo iridato e il campo lo dimostra subito. Dopo un avvio di partita in cui gli uomini di Zlatko Dalic sembrano più ordinati e padroni del campo, a quel punto emerge tutto il cinismo dell’Argentina.

Daniele Lele Adani – Nanopress.it

Julian Alvarez trascina, conquista un rigore e Lionel Messi si presenta dal dischetto, senza sbagliare. Stavolta la parola la prende prima Stefano Bizzotto, come è giusto che sia. Poi ci si aspetta che Daniele Adani faccia partire l’ennesimo show, ma i toni sono un po’ più contenuti: “Questa volta tira forte Messi, con il suo mancino, sotto la traversa. Sa quanto è forte questo portiere a parare i rigori, tira forte e sicuro, determinato e per l’ennesima volta porta in vantaggio l’Argentina“. Poi, dopo un piccolo commento, ribadisce: “Forte, sotto la traversa! C’è andato vicino il portiere croato“.

Su Twitter iniziano a scrivere di lui e parlano soprattutto di Bizzotto, che inizia la telecronaca praticamente senza voce (e qualcuno fa anche il parallelismo con Simone Inzaghi, che molto spesso a fine partita è afono) ed è costretto a una serata stoica pur di esserci in occasione della semifinale del Mondiale. Il meglio, però, deve ancora venire e non si fa attendere neppure questa sera.

Adani si scatena per Messi… E soprattutto per Julian Alvarez

È un Adani contenuto, quindi, quello che commenta l’1-0 dell’Argentina, quasi per scaramanzia o per un avvertimento superiore, ma quando, pochi minuti dopo, l’Albiceleste raddoppia, è lì che si scatena il vero animo dell’ex Inter. Al gol di Alvarez, urla subito: “Julian, Julian! Coast to coast. Dritto in porta con il pallone!“. Poi aggiunge: “I movimenti dell’Argentina in ripartenza, per cercare di dare le linee di passaggio, ribaltando il fronte. La Croazia gioca, l’Argentina segna. Non sono pronti a contenere le ripartenze della Selezione. Vanno in porta, premiata la scelta di Scaloni che ha schierato Julian Alvarez, ha lasciato fuori Lautaro Martinez ed ecco qua i dividendi che pagano“. Insomma, la scaramanzia va a farsi friggere e l’aplomb pure. E i commenti fioccano su Twitter, a dir il vero soprattutto le critiche.

Adani, dopo essersi lasciato andare a un’esultanza delle sue, trova anche modo di dare risposte alle tante polemiche delle ultime settimane: “Ma noi dobbiamo stare a contenerci per chi?“. Come a voler dire che a lui non importa, che lui vuole viverla così, vuole emozionarsi e tentare di fare emozionare il pubblico a casa. È una domanda retorica quella di Adani, di quelle che ti fanno togliere i sassolini dalle scarpe, ma che rivelano anche le intenzioni per il futuro.

Nella ripresa le cose non cambiano, anzi Adani si trasforma sempre di più in un vero e proprio tifoso. L’Argentina in campo ormai è padrona, i cambi di Scaloni non funzionano e l’Albiceleste ne approfitta ancora. A timbrare il cartellino è ancora la punta del Manchester City, in serata di grazia e il telecronista Rai esulta così: “Incredibile! Alzatevi in piedi“. E aggiunge: “La dinamica dell’impensato al football. Solo nel genio di Messi c’è una giocata così che riporta Maradona dentro a un campo da calcio. Dribbla tutti, anche i cammelli del deserto, e dà la palla a Julian Alvarez. Questo sta facendo Messi! Slalomeggia lungo la linea laterale. Non lo vedono mai, non lo prendono mai! In ripartenza non c’è spazio, lo genera, lo inventa, dribbla tutti gli uomini, elargisce amore a tutti attraverso una palla da calcio. Questo sta facendo Messi! Ridisegna i confini del suo destino. Influisce su tutti, Stefano… Compagni, avversari, tutti quanti!“.

E quando Bizzotto fa notare al suo collega il sorriso di Messi, aggiunge: “Sono gli occhi di un bambino che ama il calcio e che lo elargisce a tutti quanti, anche a chi non sa amare. Aprite il cuore e ringraziate che Messi sta giocando ancora. Questa è l’unica cosa da dire“. E nei minuti di recupero, Adani utilizza le espressioni del tifoso pronto alla festa: “Arte in movimento, ha vinto Messi oggi“. Fine.
I social, però, rispondono e rispondono soprattutto gli haters che riempiono il social di Elon Musk con addirittura oltre i 2400 tweet per il telecronista. La battaglia non si ferma, e a questo punto l’appuntamento decisivo sarà quello in finale. Quello in cui Messi ha la possibilità di scrivere la storia, battere un altro record e toccare una leggenda assoluta come Diego Armando Maradona, superarlo pure. Ma giudicate voi da che parte stare.


Ma c’è anche chi sta con lui, con Adani.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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