Soprannominato Maciste per la sua struttura fisica. Il mondo del calcio in lutto per morte di Bruno Bolchi, ex di Inter e Torino: aveva 82 anni.
Da anni combatteva contro una lunga malattia, morto nella mattinata di oggi a Villa Donatello a Firenze. Bruno Bolchi è stato capitano e centrocampista dell’Inter, ma vanta anche una lunga carriera da allenatore tra le panchine di Messina, Atalanta, Lecce, Genoa e Reggina.
E’ stato il primo calciatore a comparire, nel 1961, nel leggendario album dei calciatori Panini. Bruno Bolchi, storica prima figurina del nostro calcio, è morto all’età di 82 anni nella mattinata di oggi, a Firenze. Era da anni gravemente malato, ma in questo periodo le sue condizioni di salute erano peggiorate. Il decesso è avvenuto, da quanto si apprende, a Villa Donatello dove era ricoverato, lo riferisce La Gazzetta dello Sport.
L’esordio da calciatore, con l’Inter, a soli 18 anni nel 1956. Sempre tra le fila dei nerazzurri vincerà poi anche uno scudetto e ne diventerà capitano a 21 anni. E’ proprio all’Inter che gli verrà dato il soprannome di Maciste, per la sua imponenza e la sua prestanza fisica fuori dal comune.
E da chi poteva provenire quell’azzeccato appellativo, se non dal grande Gianni Brera. Centrocampista statutario ma dai piedi buoni, come si suol dire, un vero e proprio “gigante” ma con la testa di chi già voleva allenare.
Nato il 21 febbraio 1940, a Pieve a Nievole (Pistoia), di Bruno Bolchi oltre alla sua carriera da calciatore si ricordano le sue gesta in panchina. Negli anni ’80 ha allenato il Bari soprannominato ‘dei miracoli’, che riuscì nella storia impresa di battere la Juventus – quando i pugliesi militavano in Serie C – durante i quarti di finale di Coppa Italia in trasferta a Torino e poi la Fiorentina.
Sono 12 le reti nelle 200 presenze nella massima serie, anche se più per le realizzazioni Bolchi si distingue fin da subito per la sua attitudine da allenatore.
Alla fine della sua carriera infatti alla Pro Patria in serie C diventa allenatore e calciatore, guidando la squadra nella stagione 1972.
Una delle stagioni più importante è quella del 1983, quando il Bari di Vincenzo Matarrese lo mette sotto contratto per la stagione di Serie C1. Comincia la cavalcata dei bianco rossi che dalla terza serie porterà fino alla Serie A, tra storiche promozioni e leggendarie vittorie – come quella già citata in Coppa Italia al Delle Alpi.
Nel suo palmares di allenatore, carriera quasi totalmente condotta in provincia senza grandi piazze, ci sono quattro promozioni in Serie A. Una con il Bari del 1985, una con il Cesena nel 1987, con il Lecce nel 1993, con la Regina nel 1999; più due in serie B con Bari – negli anni della cavalcata – e con la Pistoiese nel 1977.
Tra le altre squadre già elegante, siede sulla panchina del Messina, due volte, poi diventa allenatore dell’Atalanta, girando tra Pisa, Reggina, Brescia e Avellino. E ancora Genoa, negli anni 2000, Ternana per ben due stagioni, Catanzaro e infine Messina, nel 2007.
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