Alcune cartelle esattoriali potranno essere cancellate senza presentare alcuna domanda. Il merito è della legge di Bilancio. Vediamo quali.
La cancellazione delle cartelle esattoriali, o per lo meno, di alcune di esse, è una conseguenza della nuova Legge di Bilancio entrata in vigore sin dal 1 gennaio di quest’anno.
Cartelle esattoriali: il perché della cancellazione
La legge di Bilancio proposta dal governo Meloni è ufficialmente entrata in vigore con l’arrivo dell’anno nuovo. All’interno di questa legge sono contenute diverse novità che riguardano non solo il tanto chiacchierato Reddito di Cittadinanza ma anche le pensioni e diversi altri cambiamenti riguardo il panorama fiscale italiano. Una riforma molto importante riguarderà, in particolare, le pensioni che subiranno un lieve aumento a seguito del calo di aspettativa di vita degli italiani.
La nuova pace fiscale, se così può essere chiamata, contiene una sanatoria che riguarda due aree diverse di intervento. In particolare, dal 30 marzo, alcune cartelle esattoriali potranno essere cancellate automaticamente. Non sarà necessario, infatti, che debba essere presentata una domanda apposita.
In particolare, a subire la cancellazione, saranno le cartelle esattoriali che partono dall’anno 2015 ma soltanto che corrispondono ad una determinata somma. Vediamo di seguito quale.
Quali saranno cancellate?
La tregua fiscale prevista dal governo di Giorgia Meloni riguarda delle cartelle esattoriali specifiche. Si tratta di tutte quelle che contengono una cifra fino a 1000 euro. I provvedimenti previsti dalla tregua fiscale sono due. Tutti e due non richiedono dei provvedimenti da parte degli interessati poiché prevedono la cancellazione, in automatico, della pendenza.
Il primo provvedimento è totale perché prevede l’azzeramento per intero delle cartelle esattoriali. L’altro provvedimento, invece, riguarda la parzialità della cartella.
I mille euro da non superare vengono distinti in due voci. Una è quella che fa riferimento al capitale, la seconda alle sanzioni e agli interessi. Ciò significa che rientrano in questa misura persino i debiti più ingenti. Si tratta proprio di quei debiti che hanno previsto il pagamento di rate con piani differiti o condoni antichi. Altra condizione necessaria è quella che le cartelle esattoriali siano passate all’affidamento all’agente della riscossione entro l’anno 2015.
Nel 2023, si assisterà anche ad un principio di cancellazione relativo ai debiti di enti tra cui figurano le amministrazioni statali, il fisco e gli enti previdenziali pubblici. I debiti saranno quelli relativi agli enti previdenziali locali, comunali, regionali e privati.
I ritardi di pagamento verranno annullati insieme alle penali e agli interessi di mora. Ad essere pagati necessariamente, invece, saranno gli importi di imposta o di evasione e anche i costi di esecuzione e di notifica.
Tale regola non sempre sarà applicata a tutti poiché sarà l’Ente a cui i soldi dovrebbero finire che sceglierà i soggetti da agevolare.