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Curiosità

Addio calabroni, come eliminarli senza utilizzare sostanze nocive: la soluzione

Il calabrone è uno di quegli animali che spaventano molti, soprattutto per quanto riguarda la sua puntura. Da oggi esiste un rimedio per eliminarli senza però ricorrere a sostanze chimiche e nocive.

Nido di calabroni – Nanopress.it

Noi lo conosciamo come calabrone, ma si chiama anche vespa velutina e qui in Europa sta avendo un grande impatto soprattutto sulla biodiversità e nel settore dell’apicoltura. A differenza di altre specie, questa non ha alcun predatore ed è per questo che è l’uomo che si deve occupare dell’intervento in prima persona. Ma come si possono eliminare senza utilizzare prodotti nocivi? 

Eliminare i calabroni senza prodotti chimici e nocivi

Come appena accennato, il fatto che il calabrone non abbia un predatore significa che automaticamente deve intervenire l’uomo. I più esperti consigliano sempre di agire sui nidi con degli insetticidi specifici e soprattutto specifici a tale scopo. Tuttavia, non consideriamo mai che tali prodotti possono andare a ledere anche altre specie di animali come ad esempio api, mammiferi e uccelli e molto altro.

Calabrone asiatico – Nanopress.it

Proprio per questo motivo è importante trovare delle valide alternative al cui interno non si trovano dei pesticidi e soprattutto che siano in grado di rispettare l’ambiente circostante. Una ONG che si occupa della protezione degli impollinatori, la Pollinis, sta lavorando ad un progetto che consente di utilizzare solamente del vapore ad altissima temperatura utile per combattere tali insetti pericolosi e invasivi.

La natura è molto interessante e per trovare delle valide alternative è importante conoscere come funziona. Infatti, le api operaie per intrappolare e uccidere il proprio predatore utilizzano del calore. Pollinis sta quindi elaborando un sistema che riproduca tale sistema naturale. Il progetto ha un nome, ossia HeaNest e si rivolge ad un intero nido di calabroni.

Quindi, a differenza della natura, non si prenderà in considerazione solamente un calabrone, ma tutti. Il sistema è realizzato con un tubo a fori disposti in tutta la sua lunghezza e che al fondo si collega ad un piccolo serbatoio di acqua. Questo andrà a produrre del vapore ad alta temperatura e il sistema è simile a quello del ferro da stiro.

Questo significa che se il nido di calabroni si trova a notevole distanza lo si potrà raggiungere attraverso tale tubo il quale all’estremità è costituito da una punta che bucherà il nido. A questo punto, rilascerà il vapore che rimarrà nel nido per circa 12 minuti. In questo tempo la colonia verrà intrappolata ed eliminata.

Vantaggi della HeaNest

Il lavoro di ricerca dei ricercatori della Pollinis è stato inteso e ha dovuto tenere conto di moltissimi fattori. Infatti, l’obiettivo principale era quello di garantire un dispositivo efficace, accessibile e rispettoso dell’ecosistema. I materiali che sono stati impiegati sono stati scelti accuratamente per garantire la leggerezza del dispositivo, ma anche per renderlo resistente al clima e maneggevole a tutti.

Nido calabroni – Nanopress.it

Per ottenere questi risultati sono stati testati vari tipi di plastica e molteplici tecniche di stampa in 3D. Un’altra caratteristica molto importante ha riguardato la compatibilità dei tubi telescopici. Infine, il dispositivo non prevede l’utilizzo di sostanze tossiche e chimiche per eliminare i calabroni asiatici. Questo significa che il prodotto non è dannoso per l’ambiente, per l’uomo e nemmeno per le altre specie.

Un progetto già esistente? Finalmente si può realizzare

Questo progetto è molto interessante e vantaggioso sotto diversi aspetti. Tuttavia, non è un’idea originale di Pollinis, ma sono stati tre ingegneri laureati al politecnico francese che rispondono ai nomi di Guillaume Losfeld, Jérémie Laurent e François Espinet. E’ stato Laurent che nel 2013 ha deciso di studiare un modo per eliminare i calabroni senza l’utilizzo dei prodotti chimici.

Laurent è figlio di un apicoltore e ha a cuore non solo le altre specie, ma anche l’ambiente stesso. Per questo motivo, con i suoi due colleghi ha elaborato un piano che utilizzasse la tecnologia ad infrarossi. In questo modo sarebbe stato più semplice produrre il calore esattamente come sopra descritto.

Purtroppo, tale progetto non ebbe successo per un semplice motivo: il dispositivo era molto costoso e non era per nulla pratico. Nel 2015, la società Pollinis ha ripreso in mano tale progetto e ha deciso di apportare i miglioramenti del caso e pare che questo prototipo possa essere perfetto sotto tutti i punti di vista.

Giusy Pirosa

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