E’ ormai da qualche anno che si pensa ad un modo per modificare leggermente la massima competizione europea, la Champions League. La prima proposta, arrivata da piani alti di alcune tra le squadre più forti e potenti in europa, era quella di creare una sorta di campionato europeo con tutte le migliori squadre dei maggiori campionati europei e le squadre vincitrici dei rispettivi campionati minori dei paese meno “importanti” dal punto di vista calcistico. Adesso, però, l’idea sembrerebbe quella di creare due “mini league” da 8 squadre ma anche questa ipotesi lascia parecchi dubbi.
L’obiettivo dei dirigenti delle grandi squadre europee è quello di creare una sorta di torneo a sistema chiuso che tuteli e favorisca in maniera velata, ma poi nemmeno troppo, i top club in un perfetto stile americano (NFL e NBA insegnano). Le società che, invece, non sono tra le squadre più famose d’europa sostengono che il modello attuale sia più democratico e che sia giusto che ogni squadra abbia le giuste possibilità di vincere e passare il turno, solo cosi potremo godere di vero calcio e vero sport senza nessun tipo “falsificazione” della competizione.
Ormai è certo, il destino della Champions League cambierà. Non si sa tra quanto, potrebbero volerci 2, 5 o 10 anni ma è certo che prima o poi questo cambierà. Il problema su cui bisogna riflettere è il motivo per il quale si vuole cambiare. Dalla creazione della Champions League non c’è mai stata una squadra che è riuscita a vincere due Champions League consecutive, forse ci può riuscire il Barcellona quest’anno, e questo è sintomo di grande competitività sia dei grandi club sia di quelli meno grandi. Basti pensare alla finale della stagione 2003-2004 tra Monaco e Porto. LA verità è che i grandi club vogliono essere tutelati a livello europeo ed internazionale per guadagnare ancora di più ed arricchirsi ma cosi facendo il gap tra “grandi” e “piccole” non fa altro che aumentare.
La creazione di un vero e proprio campionato europeo a punti con girone di andata e girone di ritorno è i assoluto la scelta più intelligente ma le partite da fare sarebbero davvero troppo per i calciatori e questo potrebbe sottoporli a stress fisico e di conseguenza ad infortuni. Anche se, va detto, in altri sport giocano ogni due o tre giorni e i più grandi giocatori sono integri come rocce.
La proposta attuale sembra, rivela il “The Guardian”, è quella della creazione di due gironi da 8 squadre. Le 16 grandi squadre affronteranno in una sorta di preliminare altre 16 squadre, definite piccole. Le vincenti completeranno i due gironi da 8 squadre l’uno. La proposta ancora però non è chiara: cosa succede dopo? quante squadre passano? come si stabiliscono le 16 big e le 16 non-big? Tutte domande a cui non abbiamo una risposta.
Le grandi società europee prediligono il metodo americano ma cosi facendo, con gironi da 8 squadre, andremmo in contro a partite che non hanno più nessuna emozione da regalarci perché saranno tra squadre ormai fuori dai giochi e squadre ormai passate al turno successivo, cosa che già accade con gironi a 4 squadre, figuriamoci ad 8. A questo punto meglio un mini campionato. La Champions League, comunque, rimarrà come tutti noi la conosciamo fino alla stagione 2017/2018, ossia fino all’ultimo anno di contratto dei diritti con le televisioni, poi si vedrà.
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