Addiopizzo: proposta di eliminare i bonus fiscali per gli imprenditori che pagano il pizzo

Si tratta di uno legge il cui scopo è quello di inibire l’accesso ai bonus fiscali per tutti quegli imprenditori edili che pagano le estorsioni.

Uomo che ha appena ritirato il pizzo
Uomo che ha appena ritirato il pizzo- Nanopress.it

Una norma dedicata a coloro che non denunciano in quanto conniventi con Cosa nostra.

Proposta di eliminare i vari bonus per chi paga il pizzo

È questa una proposta avanzata da Addiopizzo il quale, durante il giorno dell’anniversario della pubblicazione della lettera dell’imprenditore Libero Grassi, un uomo che è stato ucciso dalla mafia per essersi rifiutato di fronte alle estorsioni, ha deciso di fare un appello al parlamento.

Una proposta che inizia come segue: “Trentadue anni sono un arco di tempo che impone un’analisi sulla lotta al racket delle estorsioni, sui passi in avanti compiuti e su quanto invece ancora deve essere fatto. Sebbene ci sia ancora chi continua a pagare, va evidenziato che oggi la scelta di opporsi alle estorsioni è possibile e non ha nemmeno bisogno del clamore mediatico a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi”.

Una proposta che continua affermando che tutti i processi portati avanti durante gli ultimi 20 anni non sono altro che il risultato che nella città di Palermo, sono centinaia le denunce dei commercianti e degli imprenditori che hanno scelto di dire no a Cosa nostra.

Di fronte a questo scenario però è molto importante sottolineare che ancora molti di loro, soprattutto coloro che vivono in alcune zone specifiche della città, ancora non sono riusciti a ribellarsi e continuano a pagare le estorsioni.

Imprenditore che paga il pizzo
Imprenditore che paga il pizzo- Nanopress.it

Attualmente però le cose sono cambiate in quanto oggi non è più la paura che spinge gli imprenditori a pagare il pizzo, ma semplicemente la connivenza.

Tra le diverse riprese è emersa quindi una relazione di continuità tra coloro che pagano il pizza senza paura e la criminalità organizzata.

In poche parole si fa riferimento ad imprenditori e commercianti che lavorano nel settore edilizio i quali, in cambio del pagamento del pizzo, chiedono di eliminare i concorrenti, di recuperare le refurtivi e crediti, dirimere le controversie e risolvere i vari problemi con i vicini.

Non manca poi chi paga né tantomeno denuncia in quanto appartengono a Cosa nostra o perché il pizzo viene dato ad un cugino o ad un genero.

Una situazione preoccupante per Addiopizzo

Addiopizzo afferma che si tratta di una variante degenerativa di quello che è il fenomeno estorsivo che esiste da sempre ma che attualmente ha una dimensione del tutto dominante.

“Una relazione tra molti operatori economici e l’associazione mafiosa che produce un danno alla collettività e che sovraespone gravemente chi trova la forza e il coraggio di opporsi al racket delle estorsioni”.

L’associazione spiega che, in base a quello che è lo scenario attuale, è molto importante utilizzare degli strumenti normativi così da rendere totalmente conveniente la relazione di connivenza.

Stretta di mano alla corruzione
Stretta di mano alla corruzione- Nanopress.it

In particolar modo bisognerà porgere lo sguardo soprattutto al settore dell’edilizia, luogo in cui nell’ultimo anno in particolar modo sono stati investite decine di miliardi di euro tradotti in bonus fiscali.

Ed è proprio a questo riguardo che hanno deciso di rivolgersi al governo e al parlamento in quanto, secondo loro, è arrivato il momento di adottare delle norme il cui scopo è quello di inibire l’accesso a queste misure per tutte quelle imprese che continuano a pagare le escursioni e non hanno intenzione di denunciare in quanto conniventi con Cosa nostra.

Muoversi verso questa direzione potrebbe disincentivare tutte quelle relazioni di acquiescenza connivente le quali vanno ad alterare il mercato insieme alla libera concorrenza e danneggiano tutti quegli operatori economici e i cittadini consumatori finali che seguono le regole e non hanno a che fare con Cosa nostra.

Impostazioni privacy