Le addizionali comunali e regionali Irpef 2014 sono state calcolate sulla base di aliquote che risultano in aumento rispetto agli anni precedenti. Basti considerare il fatto che nel 2012 l’aumento è stato di circa 160 euro in più, mentre nel 2011 si sono pagati in più 130 euro. Anche quest’anno gli enti locali hanno deciso di applicare degli aumenti nel calcolo delle aliquote, che vanno ad aggiungersi agli aumenti che ci sono stati negli anni scorsi. Il risultato è un guadagno incredibile per i Comuni, che riescono ad incrementare le entrate grazie ai pagamenti effettuati dai contribuenti.
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In particolare si calcola che la somma complessiva che le amministrazioni comunali riescono ad ottenere grazie alle addizionali corrisponde a circa 4 miliardi, una cifra che è simile a quella che gli stessi Comuni riuscivano ad ottenere grazie al pagamento dell’Imu sulla prima casa. Il limite massimo dell’aliquota è dello 0,8%, a meno che non ci siano delle deroghe che la legge prevede espressamente. Già nel 2012 6.500 su circa 8.000 enti locali hanno deciso di applicare l’addizionale e adesso l’aumento per la tassa comunale non conosce limiti.
La situazione nei Comuni italiani
Non in tutti i Comuni c’è stato, comunque, lo stesso aumento, perché la situazione è piuttosto differente da città a città. Facciamo qualche esempio, che riesca a far comprendere meglio la situazione. A Napoli si è passato dallo 0,5% allo 0,8%, con l’esenzione per coloro che hanno un reddito fino a 18.000 euro. A Brescia il passaggio è stato ancora più alto, visto che si è andati dallo 0,55% allo 0,8%, con esenzione fino a 12.000 euro di reddito. A Reggio Emilia l’aumento è stato pensato in maniera più graduale. Si arriva, infatti, allo 0,8%, passando però prima per un’altra soglia, quella dello 0,49%. Nel Comune emiliano l’esenzione è prevista per redditi fino a 15.000 euro.
A Milano il sistema ha fatto in modo che si passasse dallo 0,1% allo 0,7%, per arrivare poi anche qui allo 0,8%, con esenzione per coloro che non superano i 21.000 euro di reddito. A Roma si toccano i livelli massimi. In questo caso, infatti, relativamente alla capitale la legge stabilisce una deroga, che può spingere l’amministrazione comunale a superare anche lo 0,8%. Infatti l’aliquota nella capitale arriva allo 0,9%, anche se sono previste delle esenzioni per i pensionati che non superino gli 8.000 euro di reddito e che non possiedano innumerevoli proprietà immobiliari.
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