L’inchiesta di Nanopress.it su una potenziale compravendita di bambini, tramite i forum di alcuni importanti siti spagnoli, ha scatenato – oltre a molto stupore per come sia facile creare situazioni di illegalità sul web – molta preoccupazione per quello che potrebbe essere il futuro dei bambini oggetti dello scambio. Così abbiamo deciso di approfondire ulteriormente il problema e soprattutto di spiegare bene quali sono i rischi di questi iter illeciti con l’Avvocato Pierfrancesco Torrisi, diventato uno dei massimi esperti di adozioni internazionali dopo aver assistito molte coppie che hanno dovuto affrontare problemi di questo tipo e, per questo, oramai punto di riferimento sull’argomento per la stampa nazionale.
SECONDO LEI, COSA DIMOSTRA LA NOSTRA INCHIESTA?
Sicuramente che ci sono degli “spazi grigi” in cui si muove l’illecito. Ci sono, infatti, coppie che, pur di avere figli, sono pronte e disponibili a fare di tutto, anche a commettere degli illeciti. Questa volontà di accelerare dipende, sicuramente, anche dalle lungaggini burocratiche: chi è quel pazzo che segue un percorso di illegalità quando potrebbe ottenere lo stesso risultato in maniera legale e veloce?
PERCHÉ SI CREINO, QUINDI, QUESTE SITUAZIONI ILLEGALI?
Credo che sia legato all’eccesso di burocrazia che sussiste nel nostro paese per quanto concerne il mondo delle adozioni. È, infatti, corretto fare determinati controlli, perché si tratta pur sempre di adottare un bambino, ma – come dico sempre – l’ottimo è nemico del bene: per aspirare ad avere una famiglia perfetta e senza difetti, che in realtà non esiste, si fanno dei controlli veramente invasivi. Le famiglie vengono “tartassate”: viene controllato il conto in banca, se la casa è grande a sufficienza per ospitare bambini. Bene, quindi, i controlli ma questi sono eccessivi!
È UN PROBLEMA SOLO ITALIANO?
L’Italia ha dei processi un po’ più lunghi rispetto agli altri paesi, determinati da un sistema diverso. È comunque inconcepibile che per l’adozione nazionale le coppie debbano aspettare anni: ci sono bambini “parcheggiati” negli istituti, ci sono famiglie pronte ad accoglierli e invece questi bimbi debbono restare anni senza una famiglia. Per me è una cosa inconcepibile.
QUANTO È GRAVE LA SITUAZIONE DELL’ILLEGALITÀ NELLE ADOZIONI INTERNAZIONALI?
Per quanto riguarda l’Italia, è molto difficile che ci siano situazioni di illegalità. Abbiamo dei controlli molto stretti all’ingresso del percorso. Ci saranno sì dei casi, ma sono pochissimi.
NEL CASO IN CUI SI “ADOTTI”, ILLEGALMENTE, UN BAMBINO DALL’ESTERO, COME SI FA POI A PORTARLO IN ITALIA? RISCHIA DI RIMANERE UN FANTASMA PER TUTTA LA VITA?
Il bambino, adottato illegalmente, non può entrare in Italia almeno in via legale. Potrebbe arrivare come minore non accompagnato (LEGGI QUI L’INCHIESTA DI POURFEMME.IT SUI MINORI NON ACCOMPAGNATI E POI SCOMPARSI), ma in ogni caso tutte le strade che si percorrerebbero sono illegali. Diventa, quindi, un immigrato clandestino a tutti gli effetti e i genitori sono responsabili di un gravissimo reato. Il minore fruirà di alcune protezioni internazionali a sua tutela solo fino a quando non avrà raggiunto la maggiore età, in quanto prevalgono i suoi diritti (ad esempio alla salute e allo studio) di minore, che prescindono dalla nazionalità. Successivamente sarà un immigrato clandestino adulto e, pertanto, perderà tutti quei diritti e, quindi, potrà essere espulso.
QUAL È IL RISCHIO CHE QUESTE TRATTIVE ILLEGALI SIANO, IN REALTÀ, TRUFFE?
La maggioranza di questi casi sono sicuramente delle truffe e delle estorsioni: promettono delle cose che non possono essere realizzate. Chi non conosce bene l’iter dell’adozione internazionale o quello della maternità surrogata, magari spera di trovare una via più veloce che poi si rivela una truffa. E comunque si corre il rischio di commettere un reato che vale su tutto il suolo europeo, con sanzioni molto gravi per quello che è, nei fatti, una tratta di bambini.
QUANDO POTREMMO VEDERE UNA RIFORMA CHE FACILITI LE ADOZIONI INTERNAZIONALI?
Innanzitutto stiamo andando verso l’informatizzazione dei tribunali dei minori che porterà alla creazione di una banca dati che dovrebbe essere operativa – speriamo – nel più breve tempo possibile e consentirà di accoppiare le famiglie che vogliono adottare e i bambini adottabili. Tante famiglie, infatti, ad oggi presentano la domanda di adozione nazionale in più tribunali, nella speranza di avere più chance.
Si parla, poi, di una riforma da tempo. Ci sono dei tavoli aperti al Ministero e tra vari enti per lo studio di una riforma che semplifichi il sistema e riduca le procedure burocratiche, ma che garantisca anche maggiore trasparenza sui costi che è quello che lamentano le famiglie: non si capisce perché, per adottare un bambino, ci vogliano fino a 30mila, 40mila euro.
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