Adozioni internazionali dalla Cambogia: l’orrore dei bambini rubati

“Voglio che sappiate che esisto, voglio che vediate il mio viso. Vivo una vita difficile e mi mancate. Soffro da così tanto tempo…” E’ lo straziante messaggio che la mamma cambogiana Nean Yun ha inviato ai suoi figli tramite un video girato dalla Ong Lichado. Ciò che è successo a questa madre è l’incubo peggiore in cui possa precipitare ogni donna: i figli le sono stati portati via con l’inganno e da dieci anni non ne ha più alcuna notizia. Questi i fatti: nel 2008 un vicino di casa convinse Nean Yun a mandare quattro dei suoi figli in un orfanotrofio garantendole che avrebbero ricevuto un’educazione e che sarebbero tornati a casa a 18 anni, una volta terminato il ciclo di studi. Non accadde nulla di tutto ciò: quell’uomo era un intermediario a caccia di bambini per il mercato delle adozioni internazionali illegali. I figli di Nean sono stati inviati in Italia a fini di adozione, senza che la madre venisse informata di nulla. E di loro non si hanno più notizie.
Oggi raccontiamo dunque un nuovo caso di bambini in vendita, dopo avere già affrontato l’argomento riportando la storia di una madre che ha messo in vendita i propri figli su eBay senza intermediazioni.

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Quella di Nean è una tragica storia che si inserisce in un lungo elenco di adozioni illegittime dalla Cambogia verso l’estero. Genitori poveri e analfabeti non hanno gli strumenti culturali per capire quale rete di raggiri si celi dietro ai documenti che gli viene chiesto di firmare da mediatori spietati e da operatori di orfanotrofi senza morale. Il governo cambogiano ha dunque deciso di sospendere le adozioni internazionali nel 2009, ma fino ad allora circa 4mila bambini sono stati dati in adozione all’estero. Come si legge sul sito della Commissione per le Adozioni internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Cambogia “non ha ancora ripreso le procedure di adozione internazionale, attualmente sospese per consentire l’adeguamento del sistema alla nuova normativa, adottata dal Parlamento cambogiano alla fine del 2009”. Una formula asettica dietro la quale si celano le storie di genitori depredati del loro bene più grande e di bambini strappati dalle loro case. Ma anche di genitori adottivi che, pur animati da buone intenzioni, si sono inconsapevolmente resi complici di un crimine fra i peggiori.

“Ho portato i miei figli in orfanotrofio perché ero povera. Perché mai mi sono fidata di quelle persone? Se potessi riportare indietro i miei bambini lo farei subito. Penso al suicidio ogni giorno. Ma devo resistere per i figli che mi sono rimasti”. E’ questo lo straziante sfogo di Nean Yun, raccontato in un video pubblicato da Lichado.

Abbiamo raccolto a questo proposito il parere dell’avvocato Pierfrancesco Torrisi, esperto in adozioni internazionali.

Quali garanzie hanno le coppie italiane quando decidono di effettuare un’adozione internazionale?

Le famiglie italiane si rivolgono alle autorità competenti seguendo quello che è l’iter legale e non potendo sapere se ad un determinato livello della filiera si annidi una truffa. Bisogna assolutamente fare chiarezza per evitare che possano manifestarsi situazioni di illegalità, che rappresentano in ogni caso un terribile trauma per il bambino dato in adozione così come per le madri e i padri naturali. Ma anche, aggiungo, per tutelare i genitori adottivi che possono inconsapevolmente avere un ruolo in queste truffe.

Le truffe vengono architettate da agenti isolati o c’è corruzione nelle istituzioni?

Attualmente non sappiamo se questi furti di bambini vengano organizzati da soggetti isolati o se dietro ci siano organizzazioni consolidate e strutturate con ramificazioni nelle istituzioni. Bisogna approfondire la questione prendendo come punto di partenza il report della ong cambogiana Lichado, la quale sottolinea come le autorità italiane non abbiano ancora risposto alle loro richieste di chiarimenti. Bisogna approfondire la questione anche per escludere la possibilità che alla chiusura dei canali ufficiali di adozione possano aprirsi, o allargarsi ulteriormente, vie alternative illegali.

Oltre all’Italia il fenomeno coinvolge anche altre nazioni?

Il fenomeno delle adozioni illegali riguarda tutto il mondo: i bambini dei paesi in via di sviluppo vengono strappati in maniera fraudolenta alle loro famiglie e le loro destinazioni sono soprattutto Europa occidentale e Usa (a questo proposito nel 2017 il programma Presa Diretta di Alessandro Iacona ha raccontato i presunti scandali nelle adozioni internazionali dall’Africa verso l’Italia, ndr)

La ong Lichado sta facendo pressione sul governo cambogiano affinché sia verificata la legittimità dei casi di adozione già avvenuti, per assicurare ai bambini adottati la possibilità di contattare le famiglie di origine e affinché i canali di adozione non vengano riaperti fino all’introduzione di adeguati controlli ad ogni livello della filiera.

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