Anche Adriano Celentano entra nel dibattito politico a proposito della formazione del governo. Dopo le prime consultazioni al Quirinale, concluse con un nulla di fatto e con veti incrociati dei diversi partiti, il “Molleggiato” si rivolge a Matteo Renzi con una lettera pubblicata da Il Fatto Quotidiano in cui chiede all’ex segretario del PD di incontrare Luigi Di Maio per “guarire l’Italia”. Dalle pagine del quotidiano diretto da Marco Travaglio, tra i più assidui a chiedere ai dem di allearsi con i 5 Stelle, il cantante si rivolge all’ex premier e gli ricorda che, “se sbagliare è umano, risbagliare è da imbecilli”.
Nella lettera Celentano ripercorre l’ascesa di Renzi a Palazzo Chighi e le speranze che il suo governo aveva incarnato. “Quel giorno tutti ti guardavamo come un’improvvisa apparizione che prometteva grandi cambiamenti, tre quarti di Italia davanti ai monitor e dentro ogni monitor c’eri sempre tu”, scrive il cantante.
Oggi le cose sono cambiate. Il PD ha perso le elezioni, il M5S è il primo partito ma è il centro destra unito la prima coalizione, trascinato da Matteo Salvini.
A rendere complicata la possibile alleanza tra i Cinque Stelle e Salvini c’è Silvio Berlusconi, su cui il movimento ha posto il veto, dichiarando di non volersi alleare con l’ex Cavaliere, condannato in via definitiva per frode fiscale. Celentano riconosce proprio a lui, “l’uomo che da anni danno per spacciato”, il merito di aver portato al centro destra “il più alto numero di voti, anche sopra i Cinque Stelle”.
Quale soluzione dunque per il governo? Secondo Celentano il PD dovrebbe schierarsi con il M5S. “Al tuo posto prenderei la bicicletta e, da solo, andrei a trovare il vincitore del 4 Marzo: Luigi Di Maio. E in religiosa umiltà gli direi: eccomi qui pronto al tuo fianco per guarire l’Italia. Una mossa che spiazzerebbe persino il Papa”, consiglia il Molleggiato.
“Non riesco e non voglio neanche pensare quali benefiche ripercussioni potrebbe avere, anche in campo internazionale, una mossa del genere. E non voglio neanche pensare cosa succederebbe se tu non la facessi”, continua.
La richiesta si conclude con un altro consiglio. “Sbagliare è umano, ma risbagliare potrebbe essere da deficienti. So che in politica non si usa, perché per i politici l’unico binario percorribile è quello del risentimento. Ma tu forse sei diverso. Perché magari sai anche perdere. E d’altra parte non c’è altro modo per rivincere”.