Il dolore di un paese e del mondo del calcio, la storia che, dopo Superga, si ripete, dall’altra parte del mondo, con un’intera squadra, la Chapecoense, distrutta a un passo dal sogno. Lo schianto aereo in Colombia ha segnato la storia del club brasiliano. A 24 ore dall’incidente si hanno i numeri ufficiali della tragedia: 77 le persone a bordo, 71 i morti e 6 i sopravvissuti tra cui tre giocatori. Lo schianto è avvenuto alle 22:15 ora locale nel pressi della città di Medellin. Il volo Lamia CP 2933, proveniente dall’aeroporto Viru Viru a Santa Cruz, in Bolivia, sarebbe dovuto atterrare all’aeroporto Jose Maria Cordova a circa 40 chilometri da Medellin, quando è uscito fuori rotta, come ha riferito Mauricio Parodi, incaricato della gestione dei disastri nella provincia di Antioquia e come confermato dalle prime indagini. Il club brasiliano era diretto nella città colombiana per disputare la partita d’andata della Copa Sudamericana contro l’Atletico Nacional.
Tutto il Brasile è sotto choc: la squadra di calcio di Chapeco, artefice di un momento storico con il passaggio dalla serie B fino alla massima serie nazionale, avrebbe dovuto affrontare mercoledì l’Atletico Nacional di Medellin per la finale della Copa Sudamericana, l’equivalente dell’Europa League in Sudamerica.
#Chapecoense | Los jugadores que no viajaron, conmocionados en el vestuario. Imagen durísima. #FuerzaChapeco. pic.twitter.com/Wk63cqROVr
— Impacto Fútbol (@ImpactoFutbol) 29 novembre 2016
I giocatori del Chapecoense non convocati per la partita nello spogliatoio della squadra
Ritrovate le due scatole nere
Le operazioni di soccorso sono andate avanti per tutta la giornata e sono state recuperare le due scatole nere: le loro analisi saranno fondamentali per scoprire le cause del disastro. Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa sia successo all’Avro Regional Jet 85 della compagnia boliviana Lamia. I primi elementi indicano che il pilota abbia lanciato un allarme intorno alle 22:00, ora locale, di lunedì per “faltas elettricas”, cioè “difetti elettrici”, come riporta il primo comunicato dell’aviazione civile colombiana, mentre era in avvicinamento all’aeroporto internazionale Jose Maria Cordova di Medellin, nel nordest della Colombia. In meno di due ore, l’ente per l’aeronautica civile ha confermato l’incidente alle falde del Cerro Gordo, tra La Union e La Ceja, nel dipartimento di Antioquia a 17 chilometri da Rionegro, dove si trova lo scalo di Medellin.
I resti dell’aereo precipitato in Colombia
Da chiarire anche la questione dei serbatoi vuoti. Secondo la prima ricostruzione dei soccorritori, il pilota li avrebbe svuotati, impedendo così al velivolo di esplodere una volta schiantato al suolo: grazie a lui ora ci sarebbero molti sopravvissuti. Diversa invece la versione di un membro dell’equipaggio sopravvissuto allo schianto, secondo il quale sarebbe finito il carburante mentre erano in volo.
I passeggeri a bordo dell’aereo
L’ente dell’aviazione civile colombiana ha diramato la lista dei passeggeri, tra giocatori, giornalisti e personale di bordo, presenti sul volo Lamia CP 2933: tra i sopravvissuti si contano tre giocatori, due membri dell’equipaggio e un giornalista.
La delegazione era composta da 22 giocatori della Chapecoense, 28 dirigenti, funzionari, tecnici e invitati, 22 giornalisti brasiliani e internazionali. Partita da San Paolo con destinazione Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, dove ha preso il volo della compagnia Lamia con 9 persone dello staff, specializzata nel trasporto delle squadre di calcio (anche la nazionale Argentina aveva usato lo stesso aereo l’11 novembre), la squadra era attesa per la sfida contro l’Atletico Nacional di Medellin.
I sopravvissuti del Chapecoense
Il primo sopravvissuto allo schianto, giunto in ospedale di La Ceja, è il calciatore brasiliano Alan Ruschel, 27 anni: arrivato in ambulanza in stato di shock, chiedeva insistentemente della famiglia e che venisse conservato il suo anello di matrimonio. I media colombiani parlano di fratture multiple, lacerazioni e trauma cranico per lui. Anche Jackson Follmann sarebbe sopravvissuto allo schianto: non ce l’ha fatta invece il portiere Danilo, tra i primi a essere estratto ancora vivo e deceduto in ospedale.Nel corso della giornata è stato invece estratto dalle macerie un terzo giocatore, Helio Neto
Last picture before the crash, on their way to the Copa final. #Chapecoense pic.twitter.com/A0jvoVqy78
— Fredo, FES Bets (@ZFredo_) 29 novembre 2016
L’ultima foto della squadra sull’aereo
Sono sopravvissuti anche il giornalista Rafael Valmorbida Henzel, la hostess Ximena Suarez e il tecnico dell’aereo Erwin Tumiri: nel corso della giornata sono state recuperate quasi tutte le salme, ora portate nell’istituto di medicina legale per l’identificazione e il riconoscimento dei parenti.
La Federcalcio sudamericana, Conmbemol, ha sospeso tutte le partite e le altre attività in programma, dopo che l’aereo che trasportava la squadra di calcio brasiliana Chapecoense si è schiantato in Colombia. Inoltre il presidente della Conbemol, Alejandro Dominguez, è in viaggio verso Medellin, vicino al luogo dello schianto. Era la prima volta che la piccola squadra di Chapeco, in una sorta di vero e proprio miracolo sportivo, si giocava la finale di una grande competizione sudamericana. I rivali dell’Atletico Nacional hanno ufficialmente chiesto alla Conmbemol di assegnare alla Chapecoense il titolo 2016 della Copa Sudamericana.
I giocatori del Chapecoense all’arrivo in aeroporto
Del team facevano parte anche due atleti che hanno giocato in Italia: uno è Filipe Machado, che nel 2009 ha militato nella Salernitana, con zero presenze in campo. L’altro è Claudio Winck, che nella stagione 2015/2016 ha giocato nel Verona, segnando un gol nella partita degli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Pavia.
Estos son los integrantes de #Chapecoense, celebrando en el camerino el paso a la final contra @nacionaloficial. Q.E.P.D pic.twitter.com/epLvSbxEc3
— Numerius Negidius (@HabladordeM) 29 novembre 2016
Anche la Bolivia attende notizie, visto che l’aereo, un Avro, apparteneva alla compagnia boliviana di voli charter Lamia ed era partito dall’aeroporto di Santa Cruz: a bordo l’equipaggio era boliviano così come altri passeggeri.