Lo Stato islamico ha rivendicato l’attacco kamikaze compiuto a Kabul, in Afghanistan, durante una manifestazione della minoranza sciita hazara a cui stavano partecipando migliaia di persone. “Due combattenti dello Stato islamico hanno fatto esplodere cinture esplosive a un raduno di sciiti a Kabul in Afghanistan”, ha riferito l’agenzia di stampa Amaq, legata all’Isis. Il bilancio delle vittime nel corso delle ore si è aggravato: sarebbero 61 i morti e 200 i feriti, secondo quanto afferamto dal portavoce del ministero della Sanità, Mohammad Ismail Kawousi. Oltre alle vittime, l’esplosione ha provocato ingenti danni agli edifici che si affacciano sulla piazza.
L’attentatore kamikaze si è fatto esplodere durante la marcia della minoranza etnica hazara che si stava tenendo nella zona di Dehmazang a Kabul. Al corteo partecipavano migliaia di persone, come detto la maggior parte era di etnia hazara. La marcia si stava dirigendo verso il palazzo presidenziale ed erano dispiegate consistenti misure di sicurezza.
Secondo Tolo News, migliaia di persone si erano radunate già dalla mattina per protestare contro un progetto del governo a proposito di una linea elettrica che dovrebbe passare dal Turkmenistan a Kabul attraverso la località di Salang. I manifestanti chiedevano invece di far passare l’impianto da Bamiyan. Proprio per questo era stata organizzata la manifestazione, per protestare contro un progetto di elettricità che esclude la provincia abitata da questa minoranza, che è di corrente sciita.
L’Afghanistan è un Paese a maggioranza sunnita e gli sciiti costituiscono il 9% della popolazione. Negli ultimi due anni la comunità hazara è stata vittima di diversi sequestri di gruppo e omicidi settari da parte di talebani e altri gruppi militanti. Per quanto riguarda l’attacco kamikaze di sabato 23 luglio, il portavoce dei talebani, Zabaiullah Mujahid, ha negato però ogni coinvolgimento del gruppo: “Condanniamo qualunque attacco provochi divisione. È qualcosa che avvantaggia il nemico”, ha scritto il portavoce su Twitter.