Abbiamo davvero un’idea distorta del mondo e in particolare dei musulmani se non sappiamo che in Afghanistan ci sono padri pronti a morire pur di far studiare le loro figlie. Sono storie di uomini con la barba e il turbante che vivono nei territori a rischio terrorismo (e che spesso sono vittime dei fondamentalisti), persone che, secondo i luoghi comuni di cui ci stanno rimpinzando contro il “buonismo”, dovrebbero essere orribili e che invece sono come tutti i padri, disposti a tutto pur di garantire un futuro migliore ai figli. Lo raccontano le donne riunite a Londra per la conferenza Trust Women dove si parla di un problema enorme non solo per le dirette interessate ma per il mondo intero: il mancato accesso all’istruzione di un’intera generazione di ragazze.
Molte di queste storie sono state raccolte dal blog La27esima ora sul Corriere. I dati sono allarmanti. Rimanendo in Afghanistan, una ragazza ha la metà delle possibilità rispetto a un suo coetaneo di imparare a leggere e scrivere: il tasso di alfabetizzazione dei ragazzi afghani dai 15 ai 24 anni è del 61,9% contro il 29,9% delle ragazze.
I fondamentalisti islamici non hanno avuto remore quando, in Pakistan, hanno sparato in testa a Malala Yousafzai solo perché studiava ed esortava tutte le ragazze ad andare a scuola. Il mondo ha reagito a questa barbaria, ha salvato Malala che oggi è un simbolo, diventando la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la Pace.
Per questo, la storia raccontata da Shabana Basij-Rasikh, co-fondatrice e presidente del primo college femminile in Afghanistan, Shabana – School of Leadership, ha un valore fondamentale. Padri afghani che sfidano la morte per mandare le figlie a scuola, diventando dei modelli di riferimento per la loro comunità. Shabana Basij-Rasikh ha ricordato questo padre, “con turbante e lunga barba” che è stato minacciato perché portava la figlia a scuola e che una volta ha scampato la morte, riuscendo a evitare una bomba piazzata lungo la strada. “Come mai sei ancora vivo? Avevamo previsto il tuo funerale per questo fine settimana’. E lui ha risposto: ‘Uccidetemi se volete, ma non smetterò di mandare mia figlia a scuola’”, racconta la presidente.
Forse non lo sa ancora (o forse sì), ma sarà grazie al suo coraggio e all’amore per sua figlia che quest’uomo senza nome avrà salvato il suo Paese e tutti noi.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…