Secondo l’Agenzia Onu per i rifugiati, i profughi aumentano ogni anno di più, infatti nel 2021 erano 90 milioni e nel 2022, 103 milioni.
Il numero continua ad aumentare e rispetto a 10 anni fa si è triplicato. Delle persone prese in considerazione, la maggioranza è rappresentata da sfollati interni, ovvero individui costretti ad abbandonare la propria casa ma che comunque non escono dai confini del loro Paese.
Il numero dei profughi continua ad aumentare a livello globale, questo quello che è emerso dai dati elaborati dal sito Openopolis, basati sulla ricerca dell’Agenzia Onu per i rifugiati.
Di queste persone la maggior parte non esce dai confini territoriali del proprio Paese ma chi lo fa, non riesce a trovare accoglienza altrove e anche se proporzionalmente parlando più richieste vengono accolte, nel 2021 comunque l’esito prevalente era ancora il rifiuto.
Secondo Unhcr, coloro che abbandonano la propria casa, lo fanno per persecuzioni, conflitti, violazioni dei diritti umani, violenza o eventi che in qualche modo disturbano l’ordine pubblico.
Il 41% dei profughi registrati due anni fa, sono minori mentre il 5% sono apolidi, ovvero emigrati all’estero che non sono in possesso di nessuna cittadinanza, né quella di origine e né un’altra.
Come abbiamo detto la stragrande maggioranza sono profughi interni, per la precisione 53 milioni in tutto il mondo. Sono aumentati anche i rifugiati, cioè coloro che possono beneficiare della protezione internazionale: nel 2021 sono 21 milioni rispetto ai 10 milioni e mezzo dell’anno precedente.
Per quanto riguarda la provenienza ci sono Paesi a basso reddito come le Siria, l’Afghanistan, il Sudan e il Venezuela. A questi si è aggiunta l’Ucraina a causa dell’invasione russa che insiste dal 24 febbraio, la quale ha spinto tantissime persone a cercare la salvezza fuori dal Paese.
I profughi aumentano ma anche quelli che non son interni spesso si spostano in Paesi altrettanto poveri e non vengono accolti dal Nord del mondo. Se invece ci focalizziamo sui Paesi ricchi, ad accogliere un gran numero di profughi è in particolare la Germania, che da sola ne conta più di 2 milioni.
Abbiamo elencato le principali motivazioni per cui le persone abbandonano la propria casa per cercare fortuna altrove ma da un po’ di tempo abbiamo una categoria di profughi che in realtà non viene riconosciuta a livello legale ma sta contando sempre più individui.
Si tratta dei migranti climatici, ovvero coloro che fuggono dagli effetti devastanti della crisi climatica.
Gli esperti la chiamano Climate Change e da sola sta creando più sfollati ogni anno rispetto alle guerre.
Ad oggi purtroppo queste persone non godono della protezione internazionale ma il cambiamento climatico denunciato dagli esperti è un tema molto grave che davvero sta rendendo inospitali tanti luoghi del mondo.
Pensiamo alle temperature estreme dell’Africa subsahariana, dove le popolazioni dipendono dall’agricoltura e questo caldo torrido mette a rischio i raccolti e costringe queste persone ad abbandonare i territori.
Ancora, le popolazioni costiere dell’America centrale potrebbero lasciare le loro case a causa di alluvioni e uragani. Insomma la migrazione diventa una strategia per adattarsi al cambiamento del clima e purtroppo paradossalmente i Paesi più colpiti da questi fenomeni sono i più poveri.
Ad oggi queste persone vivono un doppio dramma perché sono praticamente invisibili di fronte alla legge, nonostante lo status di rifugiato sia riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra del 1951.
Tuttavia è difficile dimostrare come il cambiamento climatico sia responsabile delle ragioni che rendono un determinato luogo pericoloso.
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