FOTO: ANSA
Importanti novità in arrivo dal mondo dell’Agenzia delle Entrate: nuovi servizi per il contribuente e sistemi di controllo dell’evasione. Secondo quanto riferito dai piani alti dell’Agenzia delle Entrate stessa sarebbero in arrivo drastiche modifiche: l’obiettivo è quello di cambiare volto all’Ente di Riscossione trasformandolo in una sorta di consulente, capace di assistere il cittadino, passo dopo passo, nelle procedure fiscali. Un’ottimo intento, se non fosse che all’origine esiste un problema ancor più rilevante, ovvero la scarsa efficacia dei sistemi di controllo contro l’evasione.
Dando infatti, un rapido sguardo al numero di denunce della magistratura contabile, al sempre crescente numero dei ricorsi, per errori di calcolo di contenuto o di forma, i vari sistemi di controllo contro l’evasione messi in atto dall’Agenzia delle Entrate sembrano essere del tutto inefficaci in relazione alla spesa.
Agenzie delle Entrate: le ragioni del’inefficienza dei controlli
La domanda a questo punto sorge spontanea: come mai nei controlli dell’Agenzie delle Entrate si verificano così tanti errori? Il cuore del problema è rappresentato da un ‘ingorgo’ delle procedure. Frequentemente succede che l’Agenzia delle Entrate riceva dall’ente creditore esclusivamente la lista dei debitori e delle somme dovute per il mancato pagamento di tasse, tributi, sanzioni amministrative, imposte sui redditi, di registro o ipotecarie. Se manca però l’accesso agli atti dell’ente non può controllare il contenuto, può quindi soltanto verificare l’esattezza dei dati. Accade quindi che l’Agenzia delle Entrate porti avanti una pratica anche in assenza di un vero debito. Proprio per questo è sempre fondamentale che il contribuente, che riceve una richiesta di riscossione, ne verifichi la fondatezza nonché la legittimità.
Agenzie delle Entrate: cosa fare in caso di errore
Cosa succede quando l’Agenzia delle Entrate riscontra un errore? L’Ente di Riscossione emette una comunicazione di irregolarità, che permette al contribuente di sistemare in via bonaria le irregolarità, evitando così l’emissione delle cartelle e il conseguente contenzioso. A quel punto, se il contribuente non fornisce alcuna risposta, oppure se l’ufficio conferma il debito e il cittadino non provvede al saldo della somma, si procede con la riscossione di quanto dovuto. Se invece il contribuente ritiene corretta la segnalazione dell’Agenzia delle Entrate, può subito provvedere a sistemare la sua posizione.
Entro 30 giorni dal ricevimento della prima comunicazione, il contribuente ha due possibilità:
– Pagare l’imposta, gli interessi e la sanzione ridotta pari al 10 per cento in caso di controllo automatico e del 20 per cento se si tratta di controllo formale.
– Fornire la documentazione che confermi la correttezza dei dati dichiarati e quindi l’illegittimità della richiesta dell’Agenzia delle Entrate.
Tutti i contribuenti, per entrambe le operazioni, possono rivolgersi a un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate presente sul territorio, oppure chiedere aiuto a un Centro di assistenza fiscale.
Agenzie delle Entrate: i provvedimenti già attuati
In questa fase di continui cambiamenti, l’Agenzia delle Entrate ha comunque già messo a punto numerosi interventi, atti a migliorare i sistemi di controllo dell’evasione e il rapporto di assistenza rivolto al contribuente. Ecco quali sono le principali novità introdotte dall’Agenzia delle Entrate, secondo quanto riportato dal sito Businessonline:
– L’aumento del tetto a 3.000 euro per il valore delle controversie che il contribuente può gestirsi autonomamente senza assistenza tecnica;
– L’estensione dell’istituto del reclamo e della mediazione a tutte le controversie di valore non superiore a 20.000 euro;
– L’esecutività delle sentenze favorevoli al contribuente;
– L’introduzione del ricorso per saltum, ovvero l’opportunità di impugnare una sentenza emessa da una Commissione tributaria provinciale, su accordo delle parti in giudizio, facendo ricorso direttamente in Cassazione;
– L’introduzione della conciliazione giudiziale anche dopo il primo grado;
– La possibilità di conciliare anche le controversie per le quali è obbligatoria la procedura del reclamo e della mediazione;
– La modifica al regime delle spese di lite.