Quando nel 2014 la società cui fa capo Facebook acquisì WhatsApp la promessa fu che la piattaforma di messaggistica sarebbe rimasta separata e indipendente in tutto e per tutto dal popolarissimo social network. Oggi cade questo muro: un avviso apparso sul blog di WhastApp il 4 gennaio, infatti, avverte che dal prossimo 8 febbraio entreranno in vigore delle nuove policy riguardo la privacy degli utenti. E non tutti potrebbero esserne felici.
Chi dovesse aver aperto ieri, 7 gennaio, la app di WhatsApp si sarà sicuramente trovato di fronte a uno dei tanti aggiornamento riguardo le policy di utilizzo, i più cliccano “conferma” e passano oltre. Chi, al contrario, avesse invece prestato più attenzione si sarebbe presto reso conto che i nuovi termini e l’informativa sulla privacy chiede di poter condividere i dati personali dell’utente con Facebook, pena la cancellazione dell’utenza stessa da WhatsApp.
Sostanzialmente, accettando la notifica di ieri, sono due gli aggiornamenti che abbiamo “tacitamente” sottoscritto: la modalità di trattamento dei dati e l’utilizzo dei servizi disponibili su Facebook per creare un back-up (un archivio digitale) delle chat WhatsApp.
In sostanza, quindi, saranno sempre di più le informazioni personali che secondo i nuovi termini di privacy saranno accessibili alle aziende che passano attraverso Facebook, soprattutto nel settore commerciale.
Tra i nuovi dati che WhatsApp e Facebook potranno scambiarsi ci sono, tra gli altri, il numero di telefono, uno storico delle “interazioni” con altri utenti o aziende, dati sulle transazioni effettuate tramite gli shop online, informazioni sul dispositivo mobile dal quale si scambiano i dati e sull’indirizzo ip.
L’informativa siglata garantisce che l’uso del pacchetto di dati che accettiamo di diffondere servirà a migliorare l’infrastruttura e la sicurezza per gli utenti (riconoscere la spam, identificare le minacce), per fornire agli utenti suggerimenti mirato e per velocizzare gli acquisti, collegando l’account Facebook Pay a WhatsApp. Nonostante ciò, Facebook ha raggiunto i veritici del mondo internet non solo grazie ai “like”, ma, soprattutto, grazie agli interessi economici dietro la compravendita dei dati degli utenti.
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