Sul profilo Facebook di Ben Yousef Hosni, l’immigrato di origini tunisine che ha accoltellato un agente della Polfer e un militare durante un semplice controllo alla Stazione Centrale di Milano, c’era un video inneggiante all’Isis. Al momento è stata esclusa l’ipotesi di attentato terroristico, anche se su di lui è stato aperto anche un fascicolo per terrorismo internazionale, e quella principale resta la criminalità comune. Gli inquirenti sospettano però una radicalizzazione da parte di Ben Yousef Hosni, arrestato con l’accusa di tentato omicidio e con precedenti per spaccio di droga. «Si era fatto crescere la barba, ultimamente era strano», hanno raccontato gli inquirenti, prima che uscisse fuori il video inneggiante allo Stato Islamico.
È successo tutto giovedì sera quando, verso le 20, una pattuglia mista composta da un agente della Polfer e due militari del 132° Reparto Artiglieria Terreste Ariete, ha fermato un ragazzo che camminava in stazione con fare sospetto, per un semplice controllo. Alla richiesta dei documenti questi, che aveva le mani nelle tasche della felpa, all’improvviso ha estratto un coltello e ha colpito l’agente della polizia al braccio destro, all’altezza del bicipite, per poi sferrare ulteriori due coltellate contro uno dei due militari. Il militare, 21 anni, è stato accoltellato al collo, all’avambraccio destro e a entrambi i fianchi, mentre il caporale maggiore scelto, 34 anni, è stato ferito alla spalla destra.
Nonostante l’aggressione, il militare e l’agente sono riusciti a immobilizzare l’immigrato, arrestandolo e consegnandolo a un’altra pattuglia della Polfer. Poche ore dopo sono state diffuse le generalità dell’uomo: si tratta di Ismail Tommaso Ben Yousef Hosni, 20enne nato a Milano da padre magrebino e madre italiana. È stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e terrorismo.
Chi è Ben Yousef Hosni
Chi è Ben Yousef Hosni, l’immigrato di origini tunisine che ha accoltellato un agente e un militare alla Stazione Centrale di Milano? In passato l’uomo era stato già arrestato per spaccio di droga ma, secondo gli inquirenti, forse stava vivendo un periodo di radicalizzazione, favorito dall’ambiente degradato della Stazione Centrale, dove bazzicava abitualmente. Insomma, Hosni era uno spacciatore, a piede libero, che negli ultimi mesi avrebbe strizzato l’occhio al fondamentalismo islamico. Questa è solo un’ipotesi, sia chiaro, caldeggiata dagli inquirenti: «Si era fatto crescere la barba. Aveva un atteggiamento strano». Anche se, come ribadiscono Digos ed esperti di antiterrorismo, «non ci sono conferme, ma stiamo verificando con la massima attenzione». Ben Yousef Hosni, nato a Milano, è un italo-tunisino: il padre è magrebino, la madre italiana, di origini pugliesi e residente a Foggia.
È rientrato in Italia dalla Tunisia nel 2015. Secondo il questore di Milano Marcello Cardona, Hosni era «una specie di nomade, uno dei tanti che bivaccano in Centrale». «Sono solo e abbandonato», avrebbe detto subito dopo l’arresto. Viveva in un’automobile alla periferia di Milano ed era stato già arrestato per droga nel novembre 2016 e processato per direttissima. Secondo il questore al momento non sono emersi elementi che confermino un legame del 20enne con ambienti estremisti, ma le indagini, coordinate dalla Digos, sono in corso e tutte le ipotesi sono al vaglio. Soprattutto dopo la scoperta che, il 24 settembre 2016, Hosni aveva postato sul suo profilo Facebook un video inneggiante all’Isis, con scritto: «Il più bell’inno dell’Isis che abbia mai sentito in vita mia».
(Il momento dell’aggressione)
Maroni e Salvini contro la marcia pro-migranti
L’aggressione al militare e all’agente alla Stazione Centrale di Milano ha provocato anche una reazione anti-immigrati da parte della Lega Nord, contraria alla marcia pro-migranti attesa sabato proprio a Milano. «Dopo l’aggressione in Centrale la marcia pro-immigrati prevista per sabato è da annullare», attacca il governatore della Lombardia Roberto Maroni in vista della marcia “20 maggio senza muri” a sostegno dell’accoglienza dei migranti, parlando di «episodio gravissimo». Sulla stessa linea d’onda il segretario leghista Matteo Salvini.
«Resto convinto che l’accoglienza sia un dovere della nostra città e di chiunque possa alleviare le sofferenze di chi è in difficoltà serie e chiede aiuto. Per questo confermo che domani guiderò la marcia ‘Insieme senza muri’, per una Milano sicura e accogliente»: questa la risposta del sindaco di Milano Beppe Sala.
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