Andrea Agnelli ha presentato ricorso al Tar contro i due anni di squalifica, arrivati nell’ambito dell’inchiesta plusvalenze Juve.
L’ex presidente della Juventus intende opporsi alla decisione arrivata lo scorso inverno da parte del collegio di garanzia del Coni. Andrea Agnelli presenta ricorso al Tar contro la squalifica di due anni arrivata dopo il caso plusvalenze. Era stato fissato oggi come ultimo giorno per presentare la richiesta di ricorso.
Andrea Agnelli presenta ricorso al Tar: l’ex presidente contro i due anni di squalifica
A ridosso della scadenza dei termini, fissasti per presentare appello alla giustizia amministrativa, Andrea Agnelli ha comunicato di aver presentare ricorso al Tar contro la decisione del Collegio di Garanzia del Coni. Per lui erano arrivati, dopo il caso plusvalenze che ha investito negli scorsi mesi la Juventus, due anni di squalifica. Nella sentenza arrivata il 20 gennaio infatti, si spiegava come Andrea Agnelli fosse stato inibito temporaneamente per 24 a svolgere tutte le attività in ambito FIGC, con una richiesta anche di estendere la squalifica in ambito UEFA e FIFA.
Il polverone era stato alzato dopo la rivelazione dell’inchiesta, che aveva portato alle dimissioni di tutto il cda bianconero di punto in bianco, lo scorso 29 novembre. Una notizia che aveva sconvolto – ancora – il mondo del calcio e tutta la Serie A.
Agnelli ha presentato ricorso oggi, con la squadra dei suoi avvocati guidata da Vittorio Angiolini. Il prossimo 27 giugno invece è fissato il processo per Andrea Agnelli per il caso relativo alla “manovra stipendi“. La data è slittata dopo che il processo era stato fissato per il 15 giungo. Lo scorso 30 maggio la società aveva annunciato il patteggiamento a margine delle investigazioni, per una cifra che la Juventus sborserà pari a 718mila euro, per chiudere la pendenza con la giustizia sportiva.
Andrea Agnelli in questo caso è stato l’unico a non accettare il patteggiamento, anche se con la nuova data del procedimento giudiziario rimane ancora aperta l’ipotesi di patteggiamento per l’ex numero uno del club bianconero. Il caso plusvalenze si era chiuso infatti con i famosi 10 punti di penalizzazione nei confronti della squadra valevoli per la stagione 2022/2023 (che hanno mandato Allegri e giocatori in Conference League al settimo posto) e con le condanne dei dirigenti. Agnelli era stato squalificato per due anni e inibito a ogni livello dal Coni.
La motivazione dei 10 punti di penalizzazione
Lo scorso 22 maggio, a pochi minuti dal fischio di inizio di Empoli-Juventus, era arrivata la decisione dopo la riesamina della prima squalifica di 15 punti di confermare solo 10 dei punti di penalizzazione. Una questione complicata e controversa, che ha dato adito a tante polemiche nel mondo del pallone e lamentele da parte dei diretti interessati (Allegri post Empoli in primis, dopo la batosta subita dalla Juventus in terra Toscana). Ma anche le altre squadre, che si sono ritrovate in lotta con i piemontesi, hanno espresso una sorta di insofferenza per il tempismo delle udienze e delle decisioni. Il campionato, secondo molti, sarebbe stato “falsato” da questo ipotetico continuo cambio di decisioni e ritocchi sulla classifica.
Lo si è visto soprattutto a fine stagione, quando la Juventus dopo la delusione dell’eliminazione dall’Europa League – l’ennesima della stagione – aveva visto sfumare anche il quarto posto ai danni del Milan, che proprio grazie ai punti persi dai bianconeri invece hanno raggiunto la qualificazione in Champions League con un turno di anticipo (e la vittoria allo Stadium per 1-0 con gol di Giroud nello scontro diretto).
Ma a onor del vero, i 15 punti tolti alla Juventus lo scorso 20 gennaio erano tornati alla squadra di Allegri dopo il ricorso. La procura si era però presa altro tempo per decidere se questi punti sarebbero dovuti essere tolti del tutto, o riconfermati. Dunque la squadra e il mondo del calcio avrebbero dovuto essere a conoscenza che una ulteriore decisione era in dirittura d’arrivo.
Di fatto, tra le motivazioni dei 10 punti – quelli definitivi del 22 maggio appunto – si legge che proprio perché i consiglieri operativi tra Nedved e gli altri, non erano a conoscenza dei comportamenti degli altri dirigenti sul caso plusvalenze, che sono stati tolti 5 punti. Tolti, appunto, uno sconto.
Il caso sulla manovra stipendi
Con il patteggiamento di 718mila euro la Juventus ha rinunciato a tutti i ricorsi, sul caso manovra stipendi. A rimanere in piedi dunque solo il processo proprio di Andrea Agnelli, con la palla che adesso passa alla Uefa per decidere sull’esclusione eventuale della Juventus dalle coppe.