Siamo nel pieno dei cosiddetti “Giorni della merla”, il periodo più freddo e pungente del mese di gennaio e di tutto l’inverno. A soffrire maggiormente di questa ondata artica, strana e quasi eccessiva per alcune zone d’Italia, sono in particolar modo le colture.
La Coldiretti, infatti, ha sottolineato come l’agricoltura e tutto il suo comprato, siano fra i settori più colpiti da questi repentini cambiamenti climatici.
Agricoltura: la sofferenza del freddo
Neve, gelo e freddo anche nelle zone dove meno te lo aspetti, dove di solito la neve non è mai comparsa o, se non di rado. Questo è uno degli effetti più drastici dei cambiamenti climatici che sta portando la terra a doversi adattare, in modo repentino, a tutto questo.
In Italia, in particolare, a soffrire di più è il settore agricolo, come affermato anche dalla Coldiretti. Davanti ad un periodo di Natale con temperature quasi primaverili dove, alcuni alberi erano arrivati anche alla fioritura, sino alla sferzata artica e fredda di questi ultimi giorni. E ciò che stava sbocciando e fiorendo (manco fosse stato il mese di marzo o di aprile), è stato bruciato proprio dal freddo stesso.
Nel solo 2022, da un lato la siccità e dall’altro lato il gelo, per l’agricoltura ci sono stati danni calcolati intorno ai 6 miliardi di euro. Lo sbalzo termico ha avuto un impatto notevole non solo dal punto di vista naturale sulle colture stesse ma, anche, sui costi di riscaldamento all’interno delle serre, per certe particolari produzioni
E l’allarme viene maggiormente lanciato proprio per i “giorni della merla”: 29, 30 e 31 gennaio. Sono i giorni con le temperature invernali più basse e, questo, può provocare ulteriori danni alle colture stesse, più di quelli che già hanno subito. Stando a quanto descritto dalla Coldiretti, ad esser maggiormente colpite dal gelo e dal freddo sono colture come verze, cavoli, broccoli e cicorie. Queste reggono temperature anche di qualche grado sotto lo zero, ma non per tanto tempo.
Coldiretti: l’allarme per i “Giorni della merla”
Per quel che riguarda le coltivazioni in serra (specie per i fiori ed altri tipi di ortaggi più delicati) il caro energia per i riscaldamenti è quello che si sta facendo maggiormente sentire. Il freddo rischia di far bruciare le gemme che, anche se prematuramente (a causa del caldo primaverile che, dicevamo, si è avuto nel periodo di Natale) sono sbocciate.
Alberi di pesche, ciliegie, nocciole, agrumi e mandorle hanno visto la fioritura molto prima del previsto ed, ora, con il freddo, tutto rischia di morire ed andare in malora. Basti pensare che il solo mese di dicembre ha fatto registrare temperature di 2° superiori alla media del mese e più di 2.5° in più nelle zone del Sud Italia.
La Coldiretti, infine, precise che i repentini cambiamenti climatici, anche estremi, con passaggi dal freddo e gelo al caldo, sono estremamente dannosi per l’ambiente e, ancora di più per le coltivazioni. Questo è ciò che si è vesto anche per il terreno stesso con passaggi di periodi di estrema siccità, a grandi bombe d’acqua che non hanno permesso nemmeno, al terreno stesso, di assorbirlo e poterlo conservare.